Sta per chiudersi un altro anno complicato. L'invasione barbarica ha ripeso allegramente, grazie al più indecente dei governi dalla fondazione della Repubblica. Un solo auspicio per il bene della ns Italia, la fine di questo scandalo, nuove elezioni e la ripresa di una politica di rigore per la ricostruzione del prestigio e dell'Identità Nazionale.
domenica 29 dicembre 2019
domenica 24 novembre 2019
LA GRADE ANOMALIA
In
questi ultimi tre mesi, dalla formazione del governo detto “giuseppibis”,
stiamo assistendo ad un capolavoro di mistificazione della realtà, operato scientificamente
da quella che si configura come un’autentica oligarchia ostinata a mantenere il
governo della Nazione, nonostante rappresenti gli interessi, tra loro
contrastanti, di una minoranza degli elettori.
L’oligarchia
in questione, composta da partiti politici evidente espressione di interessi di
parte contrastanti - sostenuta dall’élite europea in crisi di identità, ma
arroccata sulle proprie posizioni evidentemente ricattatorie - pur di mantenere
il governo della Nazione, non esita a mettere in pratica provvedimenti e
sistemi, che sono tipici dei peggiori regimi totalitari, giustificando detta
infame pratica con l’esigenza di “impedire alla Destra” di accedere al governo
della Nazione.
In
questo contesto si inscrivono iniziative quali l’istituzione di una “commissione”
parlamentare che - formata con il nobile intento di “contrastare l’odio”,
strumentalizzando un’anziana Signora - in realtà non è altro che un potente strumento
articolato per conculcare ed ostacolare la diffusione del Libero Pensiero, a
favore della normalizzazione del Pensiero Unico politicamente corretto, diffuso
capillarmente durante 70 anni di egemonia culturale della sinistra, che sta
evidente mostrando profonde crepe.
Assistiamo
quindi al dispiegarsi di un paradosso che vede l’oligarchia abusivamente al
potere - che ammette candidamente essere legata da un solo scopo, quello di
impedire alla Destra di governare la Nazione - che convinta della propria
“superiorità culturale”, basata sulla tolleranza e sul sedicente “progressismo
democratico”, mediante la creazione dello spauracchio di un inesistente
“pericolo” di recrudescenza neo nazifascista - applica sistemi e metodi
evidentemente tipici di quei sistemi totalitari la cui “rinascita” afferma di
voler impedire.
Basti
pensare in questo quadro al movimento, falsamente spacciato come “spontaneo”,
delle “sardine” (mai nome più stupido poteva essere scelto), che di fatto
scende in piazza per sostenere il governo abusivo della Nazione, schierandosi
contro i leader dei partiti di opposizione che rappresentano la reale
maggioranza degli elettori. Fenomeno tipico e caratterizzante delle Nazioni
rette da regimi, più o meno apertamente totalitari, quali Turchia, Cina, Corea
del Nord, Russia, Cuba etc.
E’
quindi dimostrato che il vero concreto e reale, pericolo per la democrazia in
Italia, è oggi paradossalmente rappresentato da chi, in modo ipocrita e
menzognero, sostiene di volersene fare garante, oggi e per il futuro.
Non
sarà facile né immediato, ma questa temporanea grave anomalia verrà
inevitabilmente cancellata dalla Storia.
mercoledì 18 settembre 2019
NULLA SARA’ MAI PIU’ COME PRIMA
La breve ma intensa
stagione della Lega al governo della Nazione, sebbene fortemente ostacolata e
limitata, da un “alleato” reso inaffidabile da forti interessi contrastanti, è
stata importantissima in quanto ha dimostrato, senza ombra di dubbio, ciò che
l’establishment di sinistra ha sempre negato.
1) Fermare l’arrivo di clandestini e
quindi l’invasione di genti aliene;
2) Pretendere il dovuto rispetto
dall’UE;
Non solo è possibile, ma è doveroso.
Questa insopprimibile
verità, ormai sotto gli occhi di tutti, ha fatto talmente paura all’UE, che
temendo un effetto di ovvia propagazione in altre Nazioni dell’Unione ha
ritenuto necessario correre ai ripari, costi
quel che costi, per evitare che la
Destra arrivasse stabilmente al governo in Italia. Questo però facendosi
gioco della volontà popolare, a cui è stato di fatto impedito di esprimersi.
Da lì la squallida
operazione, compiuta purtroppo con la “complicità” dell’Arbitro, che ha
consistito nell’affidare la formazione del nuovo governo, ad una coalizione
“alternativa”, sulla base dei numeri determinati dall’esito delle elezioni
politiche di marzo 2018. La prova generale di questa infamia, non a caso
avviene subito dopo il risultato delle elezioni europee che vede la Lega raddoppiare
esattamente i suoi consensi rispetto alle Politiche, mentre il Movimento 5
Stelle e il PD di fatto dimezzarli.
Come noto, la nostra
Costituzione, tanto sbandierata solo a
propria convenienza dalla sinistra, da un lato obbliga il Presidente della
Repubblica a sondare l’esistenza di una maggioranza alternativa, però prescrive
anche che detta maggioranza non deve essere in contrasto con i risultati dei
precedenti appuntamenti elettorali. Ciò per far sì che il nascente nuovo governo
non sia in contrasto con la volontà dell’elettorato.
Ora, siccome
notoriamente sia il Movimento 5 Stelle
che il PD sono risultati perdenti in tutte le elezioni di “ogni ordine e grado”
nell’ultimo anno e mezzo, Il Sig. Mattarella, in coscienza avrebbe fatto
meglio a indire nuove elezioni.
A poco serve appellarsi
al fatto che i governi “debbano” durare cinque anni, perché è semplicemente
falso.
Avendo scelto di
attenersi soltanto in parte a quanto prescritto dalla nostra Costituzione, con
tutto il dovuto rispetto per la più alta carica istituzionale, il Sig.
Presidente della Repubblica si è assunto una forte responsabilità nei confronti
della nostra Nazione, quella di aver
scientemente ignorato il sentimento dominante nella Nazione. Questo genera
e genererà tensioni sempre crescenti col passare del tempo e con l’avanzare dei
provvedimenti di un governo inviso alla maggioranza degli Italiani. La
responsabilità di questa crescente tensione, incombe su di lui principalmente e
poi su coloro i quali hanno accettato qualsiasi compromesso pur di sopravvivere
ancora un certo numero di mesi ad oggi non quantificabile.
Allo stato attuale è
difficile prevedere quando la Destra tornerà alla guida della Nazione, però una
cosa è certa, nulla ormai potrà essere più come prima.mercoledì 11 settembre 2019
TRANQUILLI, STANNO LAVORANDO PER NOI
Nelle
scorse settimane abbiamo assistito ad una delle più basse macchinazioni
politiche ordite negli ultimi 50 anni.
Come
purtroppo era prevedibile, la necessaria alleanza - tra due partiti politici
che nulla hanno in comune e con obiettivi sostanzialmente diversi, guidata da
un infido “parvenu”, specie col netto prevalere della parte sana della
coalizione sulla parte debole, inadeguata e spaccata in due correnti – si è
spezzata, e la parte debole, dando prova di singolare vigliaccheria, pur di
sopravvivere si è alleata col peggiore nemico storico dell’Italia degli
Italiani. Quel Partito Democratico che di democratico ha solo il nome infatti
per la quarta volta in sei anni accede al governo della ns Nazione in totale
assenza di legittimazione del voto popolare. Uscito clamorosamente sconfitto e
battuto da tutte le elezioni dell’ultimo anno e mezzo, viene ripescato al
governo da una forza politica perdente che nello stesso periodo ha visto
dimezzarsi il proprio consenso.
Si
sapeva che la lotta per salvaguardare l’identità italiana dalla corruzione e
dalla progressiva sostituzione etnica, voluta dagli interessi della cricca
mondialistica di Soros & C., sarebbe stata dura.
Gli
strenui oppositori esterni, capitanati da Francia e Germania, uniti agli infaticabili
oppositori interni, (partiti di sinistra, setta ereticale di Bergoglio,
magistratura rossa) impegnati da subito a far di tutto pur d’impedire
all’Italia di rialzare la testa e ribellarsi per modificare lo squallido destino
di campo profughi d’Europa, da loro programmato per la nostra Nazione - a forza
di brigare, ci sono riusciti. Il “ribaltone”, con la complicità dello squallido
“alleato”, si è infine consumato.
Ma
non è affatto un problema. Lo ripeto da giorni oramai. STANNO LAVORANDO PER
NOI.
L’Italia,
quella vera, fatta di persone per bene, impegnate a lavorare, a pensare alla
propria Famiglia, al bene dei propri figli, costretti a vivere nel degrado
indotto dalla marea montante zingari e di clandestini che riprenderanno ad affluire
copiosi, per alimentare il rifiorente business dell’accoglienza, finalizzato alla
lenta sostituzione etnica, oramai ha capito.
Ergo,
questa squallida congiura di palazzo - ordita all’estero, nelle stanze ovattate
di un’UE che non poteva permettere che in Italia continuasse a crescere e ad
affermarsi una forza di governo ribelle ai sui diktat, che rischiava di
mettersi alla guida di un risorgente e inarrestabile sentimento identitario in
ogni Nazione europea - non avrà né vita facile, né lunga vita.
Si
tratta solo di avere sangue freddo, impegnarsi singolarmente ognuno per la
propria parte a far crescere la consapevolezza della necessità e dell’urgenza
di riprendere il cammino e lasciarli “lavorare”, perché, lo ripeterò sino alla
nausea: “STANNO LAVORANDO PER NOI”.
sabato 20 luglio 2019
SERVE ALTRO PER CAPIRE?
Gli avvenimenti degli ultimi
dieci anni e in particolare quelli degli ultimi mesi non possono che confermare
oltre ogni ragionevole dubbio l'esistenza di un preciso progetto per sostituire
sul lungo temine le etnie autoctone europee, da sempre residenti nella loro
Nazioni, con la popolazione meticciata, priva di radici, storia e identità,
teorizzata da Caudenhove-Kalergi nel 1926, formata dall'incrocio di africani,
asiatici ed europei.
Ditemi voi.
l'accanimento delle ONG nazionali
e straniere che, chiaramente in combutta con i trafficanti di uomini, insistono
pervicacemente a condurre carichi di clandestini africani in Italia e il
sostegno che questa follia programmata trova in una rilevante parte dei
politici sedicenti “progeressisti” e della magistratura, è uno degli
innumerevoli indici evidenti.
Quale altro movente potrebbe
spingere molti magistrati italiani a sostenere pubblicamente e ad appoggiare
una loro degna collega dalla “toga rossa” che non ha esitato un attimo a minare
le basi dello Stato di Diritto pur di consentire la ripresa del traffico delle
linee traghetto tra la costa libica e i porti italiani, se non un impegno
militante volto a soddisfare gli interessi della cricca massonico-finanziaria
di cui Soros, con la sua famigerata “Open Society”, è il più noto dei
rappresentanti? Il tutto, si badi bene, camuffato da “umanitarismo” e “amore
per gli ultimi”.
Quel Soros che è accolto e
abbracciato come “filantropo” dai nostri vertici istituzionali, dagli eminenti
politici di sinistra e finanche dall'eretico che usurpa il “Sacro Soglio” e che
viene indicato alle folle quale illuminato e lungimirante campione
dell'”integrazione” dei poveri migranti. Definiti “preziose risorse” a cui sono
affidate le speranze di futuro di un'Europa, a loro dire “vecchia e in pieno declino demografico”; che in realtà, con tutta
evidenza altro non sono che le avanguardie barbariche di genti aliene, senza
arte né parte, che in maggioranza vengono in Italia a farsi mantenere e il
resto a commettere ogni fattispecie dei peggiori reati contemplati dai nostri
codici, totalmente inadeguati a reprimerne i comportamenti criminali.
Serve altro per comprendere che
dietro tutto ciò ci sono gli interessi dell’élite massonico-finanzia
mondializzatrice?
Serve altro per comprendere
l'urgente necessità di lottare contro questo autentico abominio per cercare di
salvaguardare l'avvenire dei nostri figli e nipoti e dei figli dei loro figli?
Ditemi voi.
domenica 14 luglio 2019
L'ANNULLAMENTO DELL'ISTINTO DI CONSERVAZIONE DELLA SINISTRA EUROPEA
La tendenza autolesionista che
caratterizza le masse sedicenti “progressiste” europee - totalmente incapaci di
concepire la necessità vitale di difendersi dall'immigrazione clandestina di
massa, sino ad arrivare al punto da reclamarne con forza isterica l'avvento
sempre più massiccio - è un fenomeno davvero razionalmente inspiegabile.
Una compagine sociale, in situazione
“normale” è lecito attendersi risponda alle sollecitazioni esterne più o meno
come un singolo individuo.
In un individuo sano, l'istinto
di conservazione è pulsione primordiale, che scatta automaticamente
d'innanzi a un pericolo identificato reale e riconosciuto, di cui si avverte
l'imminenza. l'inibizione totale, di detto istinto primordiale che rende
l'individuo incapace di rilevare il pericolo oggettivo, è chiaro indice di un
forte squilibrio nella personalità dell'individuo che sottende di norma un
pesante disturbo psichico.
Se si assume per vera
l'asserzione di cui sopra, peraltro dimostrata, nel caso delle masse sedicenti
“progressiste” è da tempo evidentemente in atto la totale soppressione
dell'istinto primordiale di conservazione. Ciò appare evidente nella totale
incapacità, razionalmente inspiegabile, non solo di ravvisare il pericolo
insito nell'immigrazione allogena di massa di genti tanto evidentemente
incompatibili con le popolazioni autoctone, ma addirittura di insistere
pervicacemente affinché detto fenomeno, determini l'”accoglienza”
indiscriminata di un numero totalmente incontrollato di individui, tramite la
cancellazione dei confini, a fronte della giustificazione, totalmente
inverosimile ed assolutamente inaccettabile, che il “fenomeno migratorio” sia
un “evento epocale inarrestabile”.
A supporto di questa sconcertante
affermazione vengono citati esempi storici disparati che, in realtà sempre, se
correttamente analizzati, rivelano che delle popolazioni autoctone, alla fine
del processo, che mai è di integrazione ma sempre di “sostituzione”, è stata
totalmente cancellata l'identità originaria.
Ovvio che nelle epoche passate
ben poco si poteva opporre alle orde barbariche, spinte dalla fame atavica e da
un istinto vitale incomparabilmente più forte delle popolazioni attaccate, le
quali, “indebolite” dalla civiltà, soccombevano alla travolgente avanzata.
Ai nostri tempi, la situazione
pur presentando delle sinistre analogie di base, è in effetti diversa. Non
esistono più gli attacchi frontali di masse di selvaggi che premono contro i
“confini dell'Impero”, difesi strenuamente da truppe sempre più logore e
fiacche, ma la logica e la dinamica di base, si ripropone inalterata. Il tutto
è addirittura aggravato dal fatto che per anni sono state inviate navi a
prelevare i “barbari invasori”, per scaricarli nei nostri porti.
Come definire tutto questo se non
in termini di follia pura, mascherata da assurdo quanto falso “umanitarismo”
drammaticamente autolesionistico?
Questo totale annullamento
dell'istinto primordiale di conservazione, indotto ad arte da anni di
indottrinamento mirato alla capillare diffusione del “pensiero unico”, unito
all'effetto del “totem” dei Principi Universali che da secoli sono alla base
della Civiltà Occidentale, non può che avere un esito fatale quando si scontra
con il disperato istinto di sopravvivenza insito nelle masse di migranti spinti
dall'avidità di trafficanti, assolutamente privi di scrupoli, a pagare cifre
anche ingenti per affrontare terrificanti “viaggi della speranza”, che si
rivelano veri e propri incubi.
Se si riesce ad astrarsi dalla
situazione contingente e ci si concentra razionalmente ad osservare la realtà
del fenomeno nel suo insieme, non può che apparire evidente che questo
apparente “evento epocale inarrestabile” sottende l'attuazione di un disegno.
Una sorta di Piano che avrà come scopo finale di “ammansire” l'umanità, per
restaurare un antico ordine dove masse di individui spersonalizzati non avevano
altra prospettiva che sacrificare le loro misere esistenze al fine di
consentire all'élite dominate di vivere un'esistenza dorata. Una sorta di
“nuova età dell'oro per l'élite dominate.
sabato 6 luglio 2019
IL PIANO KALERGI PER L'EUROPA - ANALISI ATTUATIVA
Nel 1° dei due articoli
precedenti, abbiamo situato nella Storia l’autore e il saggio da lui prodotto.
Nel 2°, abbiamo
sinteticamente descritto il contenuto del saggio, calato nel contesto storico
di riferimento.
In questo 3° articolo, inizieremo
a mettere in relazione il contenuto del saggio con la tumultuosa realtà che ci
circonda.
Accingendoci a questo compito,
è utile riflettere sul fatto che ora disponiamo di tutti gli elementi per
comprendere il motivo dell’accanimento con cui i sostenitori del “mondialismo”
e della “società aperta”, tentano in ogni modo di screditare ed intimidire chi
cerca di trattare questo spinoso argomento.
È altrettanto utile
precisare che, almeno nel mio caso, l’interesse per questa tematica e la
ricerca, lo ammetto, quasi ossessiva, di una giustificazione logica della
tendenza irrazionale che si è impadronita dell’Europa; scaturisce dalla
semplice osservazione delle realtà. Basta infatti leggere a ritroso le
riflessioni annotate sul mio weblog, negli ultimi dieci anni, per accorgersi
che osservando lo sviluppo degli avvenimenti, mi chiedevo quale genere di
follia collettiva potesse spingere allegramente l’Europa verso un destino che
si stava delineando ai mei occhi, come assolutamente orrendo.
Da sempre considero l’Identità il bene supremo di un popolo.
Quel cemento ideale che lo costituisce e che lo ha consolidato in quanto tale, in
lunghi secoli di Storia, caratterizzandolo come Popolo che forma una Nazione, o
più propriamente detto, una “Patria”,
intesa come “Terra dei Padri”.
Una corsa a tappe
forzate verso una “multiculturizzazione” massiva, al grido entusiastico di: “la
diversità è arricchimento culturale”.
L’apertura
incontrollata dei confini terrestri e marittimi, spinta gradualmente sino al
prelievo a poche miglia dalle coste africane di decine di miglia di clandestini
da sbarcare sempre e solamente nei porti
Italiani, sull’onda entusiastica del: “ponti e non muri”.
La lenta ma progressiva
messa in questione dei simboli alla base della nostra millenaria cultura, sacrificati
entusiasticamente dai nostri governi nazionali, d’accordo con le direttive
dell’UE, in nome della “laicità dello Stato”, per fare spazio a usanze e manifestazioni
invasive ed invadenti che per nulla ci appartengono – ha attivato nelle menti
critiche, che rifiutano geneticamente di lasciarsi trascinare nel vortice dal
“pensiero unico”, l’esigenza di capire e di giustapporre quelle che nel
frattempo si sono impilate come le tessere di un enorme puzzle. In definitiva di scoprire se esiste e quale
sia, la logica sottesa a questo periodo di follia collettiva.
Ebbene sì, ora lo
sappiamo, tutto quello che sta avvenendo
è l’attuazione di un vasto disegno
progettato a metà degli anni ’20 del “secolo breve”, e non come da anni ci
viene propinato dalla martellante propaganda dei media di regime, un “fenomeno
epocale spontaneo ed inarrestabile”.
La scandalosa
deformazione della realtà, operata più o meno coscientemente dai media di
regime, evidentemente asserviti e omologati al “Pensiero Unico”, in questo
agghiacciante contesto compie un prezioso servizio, alle élites massonico-finanziarie
che gestiscono in tutta discrezione il “Progetto” .
Beninteso, non si
tratta certo di un “Progetto” redatto su carta, pianificato su di un
cronogramma di Gantt e guidato da un Project Manager, bensì di una serie di
interventi coordinati, decisi durante assise strettamente riservate a
pochissimi “addetti ai lavori” che detengono praticamente da sempre le leve
della vera forma di Potere esistente oggi sul pianeta, quello finanziario, allo
scopo ormai evidente di pilotarne lo sviluppo in modo efficiente quanto
discreto. Basti pensare a certe riunioni dei gruppi tipo Bildenberg e. simili
Facile a questo punto
essere accusato di “complottismo”. Accusa derisoria, non a caso da sempre
scagliata in faccia a chi ragiona su questi argomenti, giusto alfine di
screditarlo prima e spesso perseguitarlo poi.
In questo contesto si
situano mirabilmente iniziative indette dai mastodontici organismi
sovranazionali, quali Unione Europea
(UE), e Organizzazione delle Nazioni
Unite (ONU), Fondo Monetario
Internazionale etc. ai quali è assegnata un’importanza cruciale nel quadro
dell’attuazione del Piano.
Nel
caso dell’UE come ben noto, a detto organismo è
affidato il compito di “unificare” l’Europa sottraendo progressivamente di
fatto “sovranità” agli Stati Nazionali, ed eliminando gradualmente ogni
possibilità di governo democratico nazionale dello Stato. (esattamente come
indicato da Kalergi nel suo saggio) e di gestire regole sempre più apertamente ricattatorie, giustificate dall’esigenza di
tutelare la stabilità della moneta comune. (esattamente quello a cui assistiamo
ormai da anni)
Nel
caso dell’ONU promuovendo una serie di “trattati”, ricorrendo
anche allo stratagemma di dichiararli falsamente “non vincolanti”, vedi il caso del “Global Compact of
Migrations”, che di fatto sancisce il Diritto di ogni uomo sulla terra a migrare,
invece di stabilire che il primo Diritto di ogni uomo sia quello di vivere
dignitosamente nella propria Patria, e invece per adoperarsi pienamente per
questo nobile fine l’ONU, inutile e costosissimo “carrozzone”, non a caso
insiste sull’Italia e sui paesi europei affinché aumentino l’accoglienza.
Nel
caso dell’FMI utilizzando la disponibilità di risorse
finanziarie e il debito, come una potente leva per ricattare gli Stati
nazionali e ridurli a miti consigli. Vedasi il caso della Grecia, massacrata
dai burocrati europei e riempita di centinaia di migliaia di clandestini
provenienti dalla connivente Turchia sino a che ad essa sono stati favolose
somme di denaro in cambio dello sbarramento temporaneo del corridoio.
In questo panorama si
situa pure la pressione nefasta esercitata da decenni dalla Francia sulla
fascia centrale del continente africano, mediante l’imposizione nei suoi ex
domini coloniali dell’africa Sub-sahariana di una moneta unica, il famigerato
Franco CFA. Autentico cappio gestito da Parigi, per strumentalizzare a proprio
favore le economie di stati africani tormentati da endemico sottosviluppo. Paesi da cui si originano, guarda caso,
gran parte dei flussi migratori.
Che dire poi delle
sconcertanti affermazioni delle competenti agenzie ONU, miranti a favorire la diffusione
e il consolidamento del concetto che l’Europa sia vecchia, che l’età media si
stia alzando mentre il numero della popolazione precipita e quindi c’è assoluta
necessità di almeno 180.000.000 di migranti entro il 2025, tutti giovani e
forti, provenienti dall’Africa e dall’Asia, per “compensare” il rapido declino
demografico della vecchia Europa.
E che dire ancora del
fatto che in Italia, sino a poco più di un anno fa, governava chi considera “preziose risorse”, queste masse di
incapaci evidentemente senza arte né parte, a cui, a loro dire, sarebbe stato
affidato in gran parte il futuro della nostra Nazione. “Risorse” di fatto capaci
per la stragrande maggioranza a farsi mantenere e per il resto a delinque,
commettendo le peggiori fattispecie di delitti. Vedasi il caso della dilagante mafia Nigeriana.
E ancora come definire
il crescente battage pubblicitario multimediale tendente a normalizzare la
famiglia mista con prole inevitabilmente meticcia? (esattamente come previsto
nel saggio oggetto di questo articolo)
Quale miglior prova
della messa in atto di quel piano di “meticciamento” progressivo previsto
proprio dal nostro ineffabile conte von Caudenhove-Kalergi?
Provate voi stessi ora
a guardare il mondo che ci circonda e a interpretarne la dinamica complessiva,
alla luce di questa chiave di lettura. Sono convinto troverete che ogni tessera
del puzzle a questo punto inizierà a combaciare millimetricamente con quelle
adiacenti e spero che inizierete a riflettere.Altri articoli seguiranno dedicati agli esempi a testimonianza dell’esistenza reale di una sorta di Progetto per la “trasformazione” dell’Europa, le cui basi si possono ricondurre a “Praktischer Idealismus”.
domenica 30 giugno 2019
“PRAKTISCHER IDEALISMUS” O IL PIANO KALERGI PER L’EUROPA
In questo secondo
articolo, focalizzato su di un libro giovanile del “nostro” Richard Nikolaus di
Coudenhove-Kalergi, cercheremo sinteticamente di dare qualche notizia su uno
dei saggi filosofico-sociologici più misteriosi e controversi della Storia
contemporanea.
Il libro vero, scritto
nel 1926 in lingua tedesca è introvabile. Ne circola in rete almeno una
traduzione in francese, che lo fa apparire come una strana “fantasticazione”
spiritualistico-medievale, oscillante tra l’aristocrazia feudale della spada e
l’aristocrazia dello spirito. L’edizione originale, stampata in tiratura
limitata, si dice sia stata addirittura ritirata dal commercio poco tempo dopo
la sua pubblicazione, al contrario di “Paneuropa”,
come già sappiamo scritto dallo stesso autore, tradotto in varie lingue e
ristampato. Presente nella biblioteca di molti studiosi e testo di studio dei
corsi di “scienze politiche”.
Chi abbia avuto modo di
leggere e comprende “Praktischer
Idealismus”, in quanto scritto in madre lingua o di leggerlo accuratamente,
quanto “privatamente” tradotto; lo descrive come un libro davvero interessante
e utile per ben comprendere l’impressionante
dinamica del mondo che ci circonda, che appare folle a chi non ne conosce il contenuto ma è dotato di mente critica, che
per qualche ragione è rimasta immune dalla pervasività del “pensiero unico, imposta
da 70 anni di egemonia culturale, esercitata con spietata quanto discreta
efficienza, dalle sinistre europee, uscite vincitrici ed investite “coram
populo” del compito di guidare il radioso sviluppo del continente, uscito
devastato dalla II Guerra Mondiale.
Ma veniamo al contenuto
del saggio, che a una prima lettura, appare decisamente sconcertante e solo in
un secondo momento e dopo un’attenta rilettura critica, confrontata con le
cronache di questi ultimissimi anni, si disvela in tutta la sua potenza. Al
punto da lasciare il lettore affascinato e nel contempo atterrito, dal disegno
che in esso si delinea.
Innanzi tutto occorre
precisare che non si tratta di un vero e proprio “piano”, bensì di quelle che
potremmo definirne le “linee guida filosofiche”, l’elaborazione teorica che
poi, osservando a ritroso gli sviluppi che ci portano ai giorni nostri, si
comprende possa essere alla base di una sorta di “Piano per lo sviluppo
dell’Europa”. Come se qualcuno, dotato di grande influenza e ingenti risorse,
si fosse impossessato di quest’idea e avesse fatto in modo da “pianificarne” in
qualche modo la concretizzazione. Qui sorge il primo “problema”, che assume la
veste del dubbio. Staremo forse cedendo alla tentazione di abbandonarci alla
solita “sindrome del complotto”?
Del resto come dicevamo
nel precedente articolo, a ben cercare in rete, si scovano diversi scritti che
etichettano esattamente così, tutta la spinosa vicenda.
In estrema sintesi,
Kalergi in “Praktischer Idealismus”, descrive apertamente quella che, secondo
lui, dovrebbe essere la fase finale dello sviluppo dei futuri abitanti
dell’Europa, che, alla fine di un lento
ma costante processo di “mescolanza razziale” diverranno una sorta di razza “subumana”
– (“untermensch” - in lingua
tedesca), che avrà sostituito le
popolazioni autoctone europee, fortemente radicate nei loro territori e legate
da Storia, cultura e tradizioni secolari, che ne hanno esasperato l’“identità”,
rendendole aggressive l’una contro le altre.
Nel saggio egli descrive
le tappe per giungere al risultato di cui sopra. Consistenti nell’abolizione
del “diritto di autodeterminazione dei
popoli” e successiva eliminazione delle Nazioni, per mezzo di movimenti
etnici separatisti, o “dell’immigrazione
incontrollata di massa”, affinché in Europa si affermi incontrastata una
razza “meticcia”, formata dall’incrocio
di bianchi, neri e asiatici, dalle caratteristiche fisiche “mulatte”, simile
agli antichi egizi, facilmente plasmabile e dominabile dall’élite. A questi
“meticci”, privi per definizione di radici storiche e culturali, attribuisce
caratteristiche quali crudeltà, infedeltà, avidità etc.; a suo dire necessarie
a conseguire e giustificare la superiorità dell’élite.
A questo punto sorge
spontanea ed inevitabile la seguente domanda: “quale sarebbe, secondo il nostro
illuminato filosofo, l’élite”? Spiace sinceramente doverlo dire, perché qui si
attiveranno cori di sdegno e stracciamento di vesti, ma secondo lui, l’élite
non potrà che essere il popolo ebraico, nei secoli selezionato da spietate
persecuzioni e ghettizzato al punto, da essersi mantenuto “puro”.
Facile notare a questo
punto la sinistra analogia,
specularmente capovolta, con le idee che poi porteranno allo scoppio della II
Guerra Mondiale.
Giova richiamare il
contesto storico durante il quale Kalergi scrive il suo saggio. Da poco più di
sei anni era terminata la Grande Guerra, immane massacro, deflagrato in Europa
a seguito di fortissime tensioni inter-etniche.
Non dimentichiamo
altresì che sono gli anni dell’elaborazione della teoria “Eugenetica della
razza” che poi guarda caso sarà alla base del famigerato “Mein Kampf”, che un
certo Herr Adolf Hitler, anch’egli austriaco, ancorché appartenente ad una
diversa classe sociale, scrive nel 1925, durante il suo periodo di prigionia
successivo al fallito “putsch” di Monaco del novembre 1923.
Nel prossimo articolo
un’analisi comparativa di quanto sopra con la realtà, oggettivamente “strana”
che ci circonda.
sabato 22 giugno 2019
RICHARD NIKOLAUS DI COUDENHOVE-KALERGI
In questo articolo,
primo di una serie, ci occuperemo di uno tra i più misteriosi personaggi dello
scorso secolo, il conte Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, meglio noto, ai
pochi che ne conoscono l’esistenza, come “Kalergi”. In effetti non molti sanno
che, dietro alla strana parola “Kalergi”, non si cela un personaggio mitico,
inventato da paranoici complottisti vetero-neonazisti per dare “corpo” ad un
fantasma partorito delle loro menti sconvolte, bensì si tratta di parte del
cognome di un “affascinante” personaggio, realmente vissuto tra il 1894 e il 1972,
la cui esistenza è stata, praticamente da sempre, volutamente avvolta da una
fitta “cortina fumogena”.
Richard Nikolaus di
Coudenhove-Kalergi, nasce a Tokyo il 16 novembre del 1894. Figlio di un
importante diplomatico austro-ungarico, il conte Heinrich, e di una giapponese,
tal MItsuko Aoyama, discendente da un’illustra casata di Samurai.
Compie i sui studi in
uno dei più esclusivi e rinomati collegi dell’impero dove si appassiona allo
studio della filosofia, laureandosi nel 1917. Si badi bene, non a caso, mentre
l’Europa è sconvolta da quella che probabilmente è la peggiore guerra di sempre,
il primo conflitto mondiale scatenato proprio dall’impero Austro-ungarico, non
partecipa al massacro e si dedica a completare i suoi studi.Durante quel periodo, che vive con il dovuto distacco, matura l’idea portante di tutta la sua futura esistenza, che nel 1923 pubblica sotto forma di libro-manifesto, col titolo di “Paneuropa”, secondo cui l’unica possibilità di “salvezza” per l’Europa, da sempre animata da potenti contrapposizioni “nazionalistico-identitarie”, consista nella formazione di un unico “macro stato”. Semplificando un poco il concetto, una sorta di federazione europea, o “paneuropea”, unificata sotto un unico governo.
Secondo i pochi che,
come dicevamo, ne conoscono l’esistenza e si sono impadroniti, gestendola,
della sua idea, si è trattato della prima concezione dell’attuale UE, tant’è
che il suo nome in seguito diventa, tra gli addetti ai lavori, sinonimo del
Premio “Carlomagno”, istituito nel 1949, di cui egli per primo, viene insignito.
A seguire, tutti i principali artefici dell’Unione Europea, passata per le per
varie tappe di “integrazione”, ne sono stati insigniti.
Sino a qui nulla di
strano, soprattutto se non si tiene conto del fatto, oggettivamente un po’
sospetto, che, come dicevamo, del nostro “affascinante” personaggio cosmopolita
non si occupi assolutamente la storiografia agiografica che da 70 anni viene
diffusa, più o meno copiosamente, dai sistemi scolastici delle varie Nazioni
che, a poco a poco, vengono a formare quella che, passando per tappe successive,
è giunta sino ai nostri giorni come Unione Europea. Sfido qualunque liceale in
questi giorni impegnato nell’”esame di maturità”, a dirmi se ne ha mai sentito
parlare.
Se poi però, animati da
sana curiosità critica, si scava un po’, ci si accorge, non senza un certo
stupore che al riguardo di questa sorta di “santo” sino ad oggi laico,
volutamente mantenuto nel semianonimato, circolano in rete alcuni articoli che
lo indicano quale esempio evidente di “tema preferito” di uno sparuto gruppo di
“fanatici amanti” della “teoria del complotto”. Sorta di pericolosi e biechi
personaggi definiti nei più vari modi, di volta in volta etichettati con
aggettivi, sempre rigorosamente scagliati come pesanti pietre, che vanno da: “vetero-nazisti
xenofobi” a “sovranisti” passando per “populisti”.
A questo punto, se si
continua a scavare, ci si accorge che il nostro “affasciante” personaggio cosmopolita,
avvolto dal mistero e “santificato” dall’élite europeista, nel 1926, dava alle
stampe un altro saggio filosofico, in lingua tedesca, guarda caso ormai
praticamente impossibile da reperibile, nel quale tratteggiava la sua idea di “Nuovo ordine europeo”. Detto libro si
intitola “Praktischer Idealismus”
(Idealismo Pratico), che mai in seguito ha pubblicamente sconfessato o da cui
mai ha preso le distanze. Si noti che del libro ovviamente esistente, non si
trova copia in rete dove invece si trovano un certo numero di articoli scritti con l’evidente intento appunto di
screditare e destituire di ogni credibilità tutti coloro che, avendo avuto
la fortuna di leggerlo e comprenderne il contenuto, da anni hanno cercato,
faticosamente e a rischio quasi della vita, di renderlo noto. Essi sono i
biechi personaggi, più sopra descritti, indicati al pubblico ludibrio come la
feccia neo-nazista dell’umanità. Tra essi spicca uno scrittore e poeta lirico
austriaco, perseguitato e indicato al pubblico ludibrio, in Austria e nel mondo
intero, quale “revisionista e negazionista”, Gerd Honsik, scomparso il 7 aprile
del 2018 in Ungheria.
Come ho scritto in un “twitt”,
sul mio account Twitter, appuntato sul mio profilo, mi si perdoni l’autocitazione:
“Il più grande “capolavoro” dell’élite
massonico-finanziaria mondiale, è aver ammantato di santità il conte Kalergi e
aver contestualmente screditato come complottisti vetero-nazisti chi, con
grande difficoltà, cerca di ostacolare il compimento del suo “Piano per l’Europa”.
Il seguito in un
prossimo articolo ad esso dedicato.
domenica 16 giugno 2019
KAVDAX IS BACK
Dopo quasi un anno di intensa attività su Twitter, durante il quale, per importanti impegni professionali, ho dovuto trascurare questo weblog, eccomi di ritorno.
La mutata situazione socio-politica al contorno, lo esige.
A seguito dell'inatteso stop al piano di "Kalergizzazione" dell'Europa, imposto dal cambio di maggioranza di governo in Italia, avvenuto poco più di un anno fa, c'è da attendersi purtroppo che gli spietati attuatori del "Piano" metteranno in opera ogni mezzo pur di ribaltare lo spontaneo moto popolare di rivolta, all'imposizione coatta del "multiculturalismo", non a caso dispregiativamente quanto frettolosamente etichettato "populismo".
A questo punto, chi, come me, ama profondamente l'identità italiana e rispetta, considerandole patrimonio prezioso, le identità degli altri Popoli europei, sente imperativo il dovere di rispondere alla chiamata.
E' in gioco il futuro dei ns figli, dei ns nipoti e dei figli dei loro figli, che lasciando libero corso al "Piano" sarebbero rimpiazzati, come teorizzato a metà degli anni '20 del secolo scorso da Nikolaus Kalergi, da una popolazione sub-umana (untermensch), meticciata, molto più docile e facilmente dominabile, in quanto totalmente priva di radici identitarie.
La battaglia per evitare tutto questo sarà durissima e l'esito molto incerto, ma assistere all'attuazione di questo "Piano", scellerato senza minimamente reagire, è assolutamente immorale ed imperdonabile.
La mutata situazione socio-politica al contorno, lo esige.
A seguito dell'inatteso stop al piano di "Kalergizzazione" dell'Europa, imposto dal cambio di maggioranza di governo in Italia, avvenuto poco più di un anno fa, c'è da attendersi purtroppo che gli spietati attuatori del "Piano" metteranno in opera ogni mezzo pur di ribaltare lo spontaneo moto popolare di rivolta, all'imposizione coatta del "multiculturalismo", non a caso dispregiativamente quanto frettolosamente etichettato "populismo".
A questo punto, chi, come me, ama profondamente l'identità italiana e rispetta, considerandole patrimonio prezioso, le identità degli altri Popoli europei, sente imperativo il dovere di rispondere alla chiamata.
E' in gioco il futuro dei ns figli, dei ns nipoti e dei figli dei loro figli, che lasciando libero corso al "Piano" sarebbero rimpiazzati, come teorizzato a metà degli anni '20 del secolo scorso da Nikolaus Kalergi, da una popolazione sub-umana (untermensch), meticciata, molto più docile e facilmente dominabile, in quanto totalmente priva di radici identitarie.
La battaglia per evitare tutto questo sarà durissima e l'esito molto incerto, ma assistere all'attuazione di questo "Piano", scellerato senza minimamente reagire, è assolutamente immorale ed imperdonabile.
Iscriviti a:
Post (Atom)