domenica 29 dicembre 2019

FINE ANNO

Sta per chiudersi un altro anno complicato. L'invasione barbarica ha ripeso allegramente, grazie al più indecente dei governi dalla fondazione della Repubblica. Un solo auspicio per il bene della ns Italia, la fine di questo scandalo, nuove elezioni e la ripresa di una politica di rigore per la ricostruzione del prestigio e dell'Identità Nazionale.

domenica 24 novembre 2019

LA GRADE ANOMALIA


In questi ultimi tre mesi, dalla formazione del governo detto “giuseppibis”, stiamo assistendo ad un capolavoro di mistificazione della realtà, operato scientificamente da quella che si configura come un’autentica oligarchia ostinata a mantenere il governo della Nazione, nonostante rappresenti gli interessi, tra loro contrastanti, di una minoranza degli elettori.
L’oligarchia in questione, composta da partiti politici evidente espressione di interessi di parte contrastanti - sostenuta dall’élite europea in crisi di identità, ma arroccata sulle proprie posizioni evidentemente ricattatorie - pur di mantenere il governo della Nazione, non esita a mettere in pratica provvedimenti e sistemi, che sono tipici dei peggiori regimi totalitari, giustificando detta infame pratica con l’esigenza di “impedire alla Destra” di accedere al governo della Nazione.
In questo contesto si inscrivono iniziative quali l’istituzione di una “commissione” parlamentare che - formata con il nobile intento di “contrastare l’odio”, strumentalizzando un’anziana Signora - in realtà non è altro che un potente strumento articolato per conculcare ed ostacolare la diffusione del Libero Pensiero, a favore della normalizzazione del Pensiero Unico politicamente corretto, diffuso capillarmente durante 70 anni di egemonia culturale della sinistra, che sta evidente mostrando profonde crepe.
Assistiamo quindi al dispiegarsi di un paradosso che vede l’oligarchia abusivamente al potere - che ammette candidamente essere legata da un solo scopo, quello di impedire alla Destra di governare la Nazione - che convinta della propria “superiorità culturale”, basata sulla tolleranza e sul sedicente “progressismo democratico”, mediante la creazione dello spauracchio di un inesistente “pericolo” di recrudescenza neo nazifascista - applica sistemi e metodi evidentemente tipici di quei sistemi totalitari la cui “rinascita” afferma di voler impedire.
Basti pensare in questo quadro al movimento, falsamente spacciato come “spontaneo”, delle “sardine” (mai nome più stupido poteva essere scelto), che di fatto scende in piazza per sostenere il governo abusivo della Nazione, schierandosi contro i leader dei partiti di opposizione che rappresentano la reale maggioranza degli elettori. Fenomeno tipico e caratterizzante delle Nazioni rette da regimi, più o meno apertamente totalitari, quali Turchia, Cina, Corea del Nord, Russia, Cuba etc.
E’ quindi dimostrato che il vero concreto e reale, pericolo per la democrazia in Italia, è oggi paradossalmente rappresentato da chi, in modo ipocrita e menzognero, sostiene di volersene fare garante, oggi e per il futuro.
Non sarà facile né immediato, ma questa temporanea grave anomalia verrà inevitabilmente cancellata dalla Storia.   

mercoledì 18 settembre 2019

NULLA SARA’ MAI PIU’ COME PRIMA


La breve ma intensa stagione della Lega al governo della Nazione, sebbene fortemente ostacolata e limitata, da un “alleato” reso inaffidabile da forti interessi contrastanti, è stata importantissima in quanto ha dimostrato, senza ombra di dubbio, ciò che l’establishment di sinistra ha sempre negato.
1)      Fermare l’arrivo di clandestini e quindi l’invasione di genti aliene;
 
2)      Pretendere il dovuto rispetto dall’UE;
 
Non solo è possibile, ma è doveroso.
Questa insopprimibile verità, ormai sotto gli occhi di tutti, ha fatto talmente paura all’UE, che temendo un effetto di ovvia propagazione in altre Nazioni dell’Unione ha ritenuto necessario correre ai ripari, costi quel che costi, per evitare che la Destra arrivasse stabilmente al governo in Italia. Questo però facendosi gioco della volontà popolare, a cui è stato di fatto impedito di esprimersi.
Da lì la squallida operazione, compiuta purtroppo con la “complicità” dell’Arbitro, che ha consistito nell’affidare la formazione del nuovo governo, ad una coalizione “alternativa”, sulla base dei numeri determinati dall’esito delle elezioni politiche di marzo 2018. La prova generale di questa infamia, non a caso avviene subito dopo il risultato delle elezioni europee che vede la Lega raddoppiare esattamente i suoi consensi rispetto alle Politiche, mentre il Movimento 5 Stelle e il PD di fatto dimezzarli.
Come noto, la nostra Costituzione, tanto sbandierata solo a propria convenienza dalla sinistra, da un lato obbliga il Presidente della Repubblica a sondare l’esistenza di una maggioranza alternativa, però prescrive anche che detta maggioranza non deve essere in contrasto con i risultati dei precedenti appuntamenti elettorali. Ciò per far sì che il nascente nuovo governo non sia in contrasto con la volontà dell’elettorato.
Ora, siccome notoriamente sia il Movimento 5 Stelle che il PD sono risultati perdenti in tutte le elezioni di “ogni ordine e grado” nell’ultimo anno e mezzo, Il Sig. Mattarella, in coscienza avrebbe fatto meglio a indire nuove elezioni.
A poco serve appellarsi al fatto che i governi “debbano” durare cinque anni, perché è semplicemente falso.
Avendo scelto di attenersi soltanto in parte a quanto prescritto dalla nostra Costituzione, con tutto il dovuto rispetto per la più alta carica istituzionale, il Sig. Presidente della Repubblica si è assunto una forte responsabilità nei confronti della nostra Nazione, quella di aver scientemente ignorato il sentimento dominante nella Nazione. Questo genera e genererà tensioni sempre crescenti col passare del tempo e con l’avanzare dei provvedimenti di un governo inviso alla maggioranza degli Italiani. La responsabilità di questa crescente tensione, incombe su di lui principalmente e poi su coloro i quali hanno accettato qualsiasi compromesso pur di sopravvivere ancora un certo numero di mesi ad oggi non quantificabile.
Allo stato attuale è difficile prevedere quando la Destra tornerà alla guida della Nazione, però una cosa è certa, nulla ormai potrà essere più come prima.

mercoledì 11 settembre 2019

TRANQUILLI, STANNO LAVORANDO PER NOI


Nelle scorse settimane abbiamo assistito ad una delle più basse macchinazioni politiche ordite negli ultimi 50 anni.
Come purtroppo era prevedibile, la necessaria alleanza - tra due partiti politici che nulla hanno in comune e con obiettivi sostanzialmente diversi, guidata da un infido “parvenu”, specie col netto prevalere della parte sana della coalizione sulla parte debole, inadeguata e spaccata in due correnti – si è spezzata, e la parte debole, dando prova di singolare vigliaccheria, pur di sopravvivere si è alleata col peggiore nemico storico dell’Italia degli Italiani. Quel Partito Democratico che di democratico ha solo il nome infatti per la quarta volta in sei anni accede al governo della ns Nazione in totale assenza di legittimazione del voto popolare. Uscito clamorosamente sconfitto e battuto da tutte le elezioni dell’ultimo anno e mezzo, viene ripescato al governo da una forza politica perdente che nello stesso periodo ha visto dimezzarsi il proprio consenso.
Si sapeva che la lotta per salvaguardare l’identità italiana dalla corruzione e dalla progressiva sostituzione etnica, voluta dagli interessi della cricca mondialistica di Soros & C., sarebbe stata dura.
Gli strenui oppositori esterni, capitanati da Francia e Germania, uniti agli infaticabili oppositori interni, (partiti di sinistra, setta ereticale di Bergoglio, magistratura rossa) impegnati da subito a far di tutto pur d’impedire all’Italia di rialzare la testa e ribellarsi per modificare lo squallido destino di campo profughi d’Europa, da loro programmato per la nostra Nazione - a forza di brigare, ci sono riusciti. Il “ribaltone”, con la complicità dello squallido “alleato”, si è infine consumato.
Ma non è affatto un problema. Lo ripeto da giorni oramai. STANNO LAVORANDO PER NOI.
L’Italia, quella vera, fatta di persone per bene, impegnate a lavorare, a pensare alla propria Famiglia, al bene dei propri figli, costretti a vivere nel degrado indotto dalla marea montante zingari e di clandestini che riprenderanno ad affluire copiosi, per alimentare il rifiorente business dell’accoglienza, finalizzato alla lenta sostituzione etnica, oramai ha capito.
Ergo, questa squallida congiura di palazzo - ordita all’estero, nelle stanze ovattate di un’UE che non poteva permettere che in Italia continuasse a crescere e ad affermarsi una forza di governo ribelle ai sui diktat, che rischiava di mettersi alla guida di un risorgente e inarrestabile sentimento identitario in ogni Nazione europea - non avrà né vita facile, né lunga vita.
Si tratta solo di avere sangue freddo, impegnarsi singolarmente ognuno per la propria parte a far crescere la consapevolezza della necessità e dell’urgenza di riprendere il cammino e lasciarli “lavorare”, perché, lo ripeterò sino alla nausea: “STANNO LAVORANDO PER NOI”. 

sabato 20 luglio 2019

SERVE ALTRO PER CAPIRE?

Gli avvenimenti degli ultimi dieci anni e in particolare quelli degli ultimi mesi non possono che confermare oltre ogni ragionevole dubbio l'esistenza di un preciso progetto per sostituire sul lungo temine le etnie autoctone europee, da sempre residenti nella loro Nazioni, con la popolazione meticciata, priva di radici, storia e identità, teorizzata da Caudenhove-Kalergi nel 1926, formata dall'incrocio di africani, asiatici ed europei.

l'accanimento delle ONG nazionali e straniere che, chiaramente in combutta con i trafficanti di uomini, insistono pervicacemente a condurre carichi di clandestini africani in Italia e il sostegno che questa follia programmata trova in una rilevante parte dei politici sedicenti “progeressisti” e della magistratura, è uno degli innumerevoli indici evidenti.

Quale altro movente potrebbe spingere molti magistrati italiani a sostenere pubblicamente e ad appoggiare una loro degna collega dalla “toga rossa” che non ha esitato un attimo a minare le basi dello Stato di Diritto pur di consentire la ripresa del traffico delle linee traghetto tra la costa libica e i porti italiani, se non un impegno militante volto a soddisfare gli interessi della cricca massonico-finanziaria di cui Soros, con la sua famigerata “Open Society”, è il più noto dei rappresentanti? Il tutto, si badi bene, camuffato da “umanitarismo” e “amore per gli ultimi”.

Quel Soros che è accolto e abbracciato come “filantropo” dai nostri vertici istituzionali, dagli eminenti politici di sinistra e finanche dall'eretico che usurpa il “Sacro Soglio” e che viene indicato alle folle quale illuminato e lungimirante campione dell'”integrazione” dei poveri migranti. Definiti “preziose risorse” a cui sono affidate le speranze di futuro di un'Europa, a loro dire “vecchia e in pieno declino demografico”; che in realtà, con tutta evidenza altro non sono che le avanguardie barbariche di genti aliene, senza arte né parte, che in maggioranza vengono in Italia a farsi mantenere e il resto a commettere ogni fattispecie dei peggiori reati contemplati dai nostri codici, totalmente inadeguati a reprimerne i comportamenti criminali.

Serve altro per comprendere che dietro tutto ciò ci sono gli interessi dell’élite massonico-finanzia mondializzatrice?

Serve altro per comprendere l'urgente necessità di lottare contro questo autentico abominio per cercare di salvaguardare l'avvenire dei nostri figli e nipoti e dei figli dei loro figli?

Ditemi voi.

domenica 14 luglio 2019

L'ANNULLAMENTO DELL'ISTINTO DI CONSERVAZIONE DELLA SINISTRA EUROPEA


La tendenza autolesionista che caratterizza le masse sedicenti “progressiste” europee - totalmente incapaci di concepire la necessità vitale di difendersi dall'immigrazione clandestina di massa, sino ad arrivare al punto da reclamarne con forza isterica l'avvento sempre più massiccio - è un fenomeno davvero razionalmente inspiegabile.

Una compagine sociale, in situazione “normale” è lecito attendersi risponda alle sollecitazioni esterne più o meno come un singolo individuo.

In un individuo sano, l'istinto di conservazione è pulsione primordiale, che scatta automaticamente d'innanzi a un pericolo identificato reale e riconosciuto, di cui si avverte l'imminenza. l'inibizione totale, di detto istinto primordiale che rende l'individuo incapace di rilevare il pericolo oggettivo, è chiaro indice di un forte squilibrio nella personalità dell'individuo che sottende di norma un pesante disturbo psichico.

Se si assume per vera l'asserzione di cui sopra, peraltro dimostrata, nel caso delle masse sedicenti “progressiste” è da tempo evidentemente in atto la totale soppressione dell'istinto primordiale di conservazione. Ciò appare evidente nella totale incapacità, razionalmente inspiegabile, non solo di ravvisare il pericolo insito nell'immigrazione allogena di massa di genti tanto evidentemente incompatibili con le popolazioni autoctone, ma addirittura di insistere pervicacemente affinché detto fenomeno, determini l'”accoglienza” indiscriminata di un numero totalmente incontrollato di individui, tramite la cancellazione dei confini, a fronte della giustificazione, totalmente inverosimile ed assolutamente inaccettabile, che il “fenomeno migratorio” sia un “evento epocale inarrestabile”.

A supporto di questa sconcertante affermazione vengono citati esempi storici disparati che, in realtà sempre, se correttamente analizzati, rivelano che delle popolazioni autoctone, alla fine del processo, che mai è di integrazione ma sempre di “sostituzione”, è stata totalmente cancellata l'identità originaria.

Ovvio che nelle epoche passate ben poco si poteva opporre alle orde barbariche, spinte dalla fame atavica e da un istinto vitale incomparabilmente più forte delle popolazioni attaccate, le quali, “indebolite” dalla civiltà, soccombevano alla travolgente avanzata.

Ai nostri tempi, la situazione pur presentando delle sinistre analogie di base, è in effetti diversa. Non esistono più gli attacchi frontali di masse di selvaggi che premono contro i “confini dell'Impero”, difesi strenuamente da truppe sempre più logore e fiacche, ma la logica e la dinamica di base, si ripropone inalterata. Il tutto è addirittura aggravato dal fatto che per anni sono state inviate navi a prelevare i “barbari invasori”, per scaricarli nei nostri porti.

Come definire tutto questo se non in termini di follia pura, mascherata da assurdo quanto falso “umanitarismo” drammaticamente autolesionistico?

Questo totale annullamento dell'istinto primordiale di conservazione, indotto ad arte da anni di indottrinamento mirato alla capillare diffusione del “pensiero unico”, unito all'effetto del “totem” dei Principi Universali che da secoli sono alla base della Civiltà Occidentale, non può che avere un esito fatale quando si scontra con il disperato istinto di sopravvivenza insito nelle masse di migranti spinti dall'avidità di trafficanti, assolutamente privi di scrupoli, a pagare cifre anche ingenti per affrontare terrificanti “viaggi della speranza”, che si rivelano veri e propri incubi.

Se si riesce ad astrarsi dalla situazione contingente e ci si concentra razionalmente ad osservare la realtà del fenomeno nel suo insieme, non può che apparire evidente che questo apparente “evento epocale inarrestabile” sottende l'attuazione di un disegno. Una sorta di Piano che avrà come scopo finale di “ammansire” l'umanità, per restaurare un antico ordine dove masse di individui spersonalizzati non avevano altra prospettiva che sacrificare le loro misere esistenze al fine di consentire all'élite dominate di vivere un'esistenza dorata. Una sorta di “nuova età dell'oro per l'élite dominate.

sabato 6 luglio 2019

IL PIANO KALERGI PER L'EUROPA - ANALISI ATTUATIVA


Nel 1° dei due articoli precedenti, abbiamo situato nella Storia l’autore e il saggio da lui prodotto.
Nel 2°, abbiamo sinteticamente descritto il contenuto del saggio, calato nel contesto storico di riferimento.
In questo 3° articolo, inizieremo a mettere in relazione il contenuto del saggio con la tumultuosa realtà che ci circonda.
Accingendoci a questo compito, è utile riflettere sul fatto che ora disponiamo di tutti gli elementi per comprendere il motivo dell’accanimento con cui i sostenitori del “mondialismo” e della “società aperta”, tentano in ogni modo di screditare ed intimidire chi cerca di trattare questo spinoso argomento.
È altrettanto utile precisare che, almeno nel mio caso, l’interesse per questa tematica e la ricerca, lo ammetto, quasi ossessiva, di una giustificazione logica della tendenza irrazionale che si è impadronita dell’Europa; scaturisce dalla semplice osservazione delle realtà. Basta infatti leggere a ritroso le riflessioni annotate sul mio weblog, negli ultimi dieci anni, per accorgersi che osservando lo sviluppo degli avvenimenti, mi chiedevo quale genere di follia collettiva potesse spingere allegramente l’Europa verso un destino che si stava delineando ai mei occhi, come assolutamente orrendo.
Da sempre considero l’Identità il bene supremo di un popolo. Quel cemento ideale che lo costituisce e che lo ha consolidato in quanto tale, in lunghi secoli di Storia, caratterizzandolo come Popolo che forma una Nazione, o più propriamente detto, una “Patria”, intesa come “Terra dei Padri”.
Una corsa a tappe forzate verso una “multiculturizzazione” massiva, al grido entusiastico di: “la diversità è arricchimento culturale”.
L’apertura incontrollata dei confini terrestri e marittimi, spinta gradualmente sino al prelievo a poche miglia dalle coste africane di decine di miglia di clandestini da sbarcare sempre e solamente nei porti Italiani, sull’onda entusiastica del: “ponti e non muri”.
La lenta ma progressiva messa in questione dei simboli alla base della nostra millenaria cultura, sacrificati entusiasticamente dai nostri governi nazionali, d’accordo con le direttive dell’UE, in nome della “laicità dello Stato”, per fare spazio a usanze e manifestazioni invasive ed invadenti che per nulla ci appartengono – ha attivato nelle menti critiche, che rifiutano geneticamente di lasciarsi trascinare nel vortice dal “pensiero unico”, l’esigenza di capire e di giustapporre quelle che nel frattempo si sono impilate come le tessere di un enorme puzzle. In definitiva di scoprire se esiste e quale sia, la logica sottesa a questo periodo di follia collettiva.
Ebbene sì, ora lo sappiamo, tutto quello che sta avvenendo è l’attuazione di un vasto disegno progettato a metà degli anni ’20 del “secolo breve”, e non come da anni ci viene propinato dalla martellante propaganda dei media di regime, un “fenomeno epocale spontaneo ed inarrestabile”.
La scandalosa deformazione della realtà, operata più o meno coscientemente dai media di regime, evidentemente asserviti e omologati al “Pensiero Unico”, in questo agghiacciante contesto compie un prezioso servizio, alle élites massonico-finanziarie che gestiscono in tutta discrezione il “Progetto” .
Beninteso, non si tratta certo di un “Progetto” redatto su carta, pianificato su di un cronogramma di Gantt e guidato da un Project Manager, bensì di una serie di interventi coordinati, decisi durante assise strettamente riservate a pochissimi “addetti ai lavori” che detengono praticamente da sempre le leve della vera forma di Potere esistente oggi sul pianeta, quello finanziario, allo scopo ormai evidente di pilotarne lo sviluppo in modo efficiente quanto discreto. Basti pensare a certe riunioni dei gruppi tipo Bildenberg e. simili
Facile a questo punto essere accusato di “complottismo”. Accusa derisoria, non a caso da sempre scagliata in faccia a chi ragiona su questi argomenti, giusto alfine di screditarlo prima e spesso perseguitarlo poi. 
In questo contesto si situano mirabilmente iniziative indette dai mastodontici organismi sovranazionali, quali Unione Europea (UE), e Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), Fondo Monetario Internazionale etc. ai quali è assegnata un’importanza cruciale nel quadro dell’attuazione del Piano.
Nel caso dell’UE come ben noto, a detto organismo è affidato il compito di “unificare” l’Europa sottraendo progressivamente di fatto “sovranità” agli Stati Nazionali, ed eliminando gradualmente ogni possibilità di governo democratico nazionale dello Stato. (esattamente come indicato da Kalergi nel suo saggio) e di gestire regole sempre più apertamente ricattatorie, giustificate dall’esigenza di tutelare la stabilità della moneta comune. (esattamente quello a cui assistiamo ormai da anni)
Nel caso dell’ONU promuovendo una serie di “trattati”, ricorrendo anche allo stratagemma di dichiararli falsamente “non vincolanti”, vedi il caso del “Global Compact of Migrations”, che di fatto sancisce il Diritto di ogni uomo sulla terra a migrare, invece di stabilire che il primo Diritto di ogni uomo sia quello di vivere dignitosamente nella propria Patria, e invece per adoperarsi pienamente per questo nobile fine l’ONU, inutile e costosissimo “carrozzone”, non a caso insiste sull’Italia e sui paesi europei affinché aumentino l’accoglienza.
Nel caso dell’FMI utilizzando la disponibilità di risorse finanziarie e il debito, come una potente leva per ricattare gli Stati nazionali e ridurli a miti consigli. Vedasi il caso della Grecia, massacrata dai burocrati europei e riempita di centinaia di migliaia di clandestini provenienti dalla connivente Turchia sino a che ad essa sono stati favolose somme di denaro in cambio dello sbarramento temporaneo del corridoio.
In questo panorama si situa pure la pressione nefasta esercitata da decenni dalla Francia sulla fascia centrale del continente africano, mediante l’imposizione nei suoi ex domini coloniali dell’africa Sub-sahariana di una moneta unica, il famigerato Franco CFA. Autentico cappio gestito da Parigi, per strumentalizzare a proprio favore le economie di stati africani tormentati da endemico sottosviluppo. Paesi da cui si originano, guarda caso, gran parte dei flussi migratori.
Che dire poi delle sconcertanti affermazioni delle competenti agenzie ONU, miranti a favorire la diffusione e il consolidamento del concetto che l’Europa sia vecchia, che l’età media si stia alzando mentre il numero della popolazione precipita e quindi c’è assoluta necessità di almeno 180.000.000 di migranti entro il 2025, tutti giovani e forti, provenienti dall’Africa e dall’Asia, per “compensare” il rapido declino demografico della vecchia Europa.
E che dire ancora del fatto che in Italia, sino a poco più di un anno fa, governava chi considera “preziose risorse”, queste masse di incapaci evidentemente senza arte né parte, a cui, a loro dire, sarebbe stato affidato in gran parte il futuro della nostra Nazione. “Risorse” di fatto capaci per la stragrande maggioranza a farsi mantenere e per il resto a delinque, commettendo le peggiori fattispecie di delitti. Vedasi il caso della dilagante mafia Nigeriana.
E ancora come definire il crescente battage pubblicitario multimediale tendente a normalizzare la famiglia mista con prole inevitabilmente meticcia? (esattamente come previsto nel saggio oggetto di questo articolo)
Quale miglior prova della messa in atto di quel piano di “meticciamento” progressivo previsto proprio dal nostro ineffabile conte von Caudenhove-Kalergi?
Provate voi stessi ora a guardare il mondo che ci circonda e a interpretarne la dinamica complessiva, alla luce di questa chiave di lettura. Sono convinto troverete che ogni tessera del puzzle a questo punto inizierà a combaciare millimetricamente con quelle adiacenti e spero che inizierete a riflettere.

Altri articoli seguiranno dedicati agli esempi a testimonianza dell’esistenza reale di una sorta di Progetto per la “trasformazione” dell’Europa, le cui basi si possono ricondurre a “Praktischer Idealismus”.

domenica 30 giugno 2019

“PRAKTISCHER IDEALISMUS” O IL PIANO KALERGI PER L’EUROPA


In questo secondo articolo, focalizzato su di un libro giovanile del “nostro” Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, cercheremo sinteticamente di dare qualche notizia su uno dei saggi filosofico-sociologici più misteriosi e controversi della Storia contemporanea.
Il libro vero, scritto nel 1926 in lingua tedesca è introvabile. Ne circola in rete almeno una traduzione in francese, che lo fa apparire come una strana “fantasticazione” spiritualistico-medievale, oscillante tra l’aristocrazia feudale della spada e l’aristocrazia dello spirito. L’edizione originale, stampata in tiratura limitata, si dice sia stata addirittura ritirata dal commercio poco tempo dopo la sua pubblicazione, al contrario di “Paneuropa”, come già sappiamo scritto dallo stesso autore, tradotto in varie lingue e ristampato. Presente nella biblioteca di molti studiosi e testo di studio dei corsi di “scienze politiche”.
Chi abbia avuto modo di leggere e comprende “Praktischer Idealismus”, in quanto scritto in madre lingua o di leggerlo accuratamente, quanto “privatamente” tradotto; lo descrive come un libro davvero interessante e utile per ben comprendere l’impressionante dinamica del mondo che ci circonda, che appare folle a chi non ne conosce il contenuto ma è dotato di mente critica, che per qualche ragione è rimasta immune dalla pervasività del “pensiero unico, imposta da 70 anni di egemonia culturale, esercitata con spietata quanto discreta efficienza, dalle sinistre europee, uscite vincitrici ed investite “coram populo” del compito di guidare il radioso sviluppo del continente, uscito devastato dalla II Guerra Mondiale.
Ma veniamo al contenuto del saggio, che a una prima lettura, appare decisamente sconcertante e solo in un secondo momento e dopo un’attenta rilettura critica, confrontata con le cronache di questi ultimissimi anni, si disvela in tutta la sua potenza. Al punto da lasciare il lettore affascinato e nel contempo atterrito, dal disegno che in esso si delinea.
Innanzi tutto occorre precisare che non si tratta di un vero e proprio “piano”, bensì di quelle che potremmo definirne le “linee guida filosofiche”, l’elaborazione teorica che poi, osservando a ritroso gli sviluppi che ci portano ai giorni nostri, si comprende possa essere alla base di una sorta di “Piano per lo sviluppo dell’Europa”. Come se qualcuno, dotato di grande influenza e ingenti risorse, si fosse impossessato di quest’idea e avesse fatto in modo da “pianificarne” in qualche modo la concretizzazione. Qui sorge il primo “problema”, che assume la veste del dubbio. Staremo forse cedendo alla tentazione di abbandonarci alla solita “sindrome del complotto”?
Del resto come dicevamo nel precedente articolo, a ben cercare in rete, si scovano diversi scritti che etichettano esattamente così, tutta la spinosa vicenda.
In estrema sintesi, Kalergi in “Praktischer Idealismus”, descrive apertamente quella che, secondo lui, dovrebbe essere la fase finale dello sviluppo dei futuri abitanti dell’Europa, che, alla fine di un lento ma costante processo di “mescolanza razziale” diverranno una sorta di razza “subumana” – (“untermensch” - in lingua tedesca), che avrà sostituito le popolazioni autoctone europee, fortemente radicate nei loro territori e legate da Storia, cultura e tradizioni secolari, che ne hanno esasperato l’“identità”, rendendole aggressive l’una contro le altre.
Nel saggio egli descrive le tappe per giungere al risultato di cui sopra. Consistenti nell’abolizione del “diritto di autodeterminazione dei popoli” e successiva eliminazione delle Nazioni, per mezzo di movimenti etnici separatisti, o “dell’immigrazione incontrollata di massa”, affinché in Europa si affermi incontrastata una razza “meticcia”, formata dall’incrocio di bianchi, neri e asiatici, dalle caratteristiche fisiche “mulatte”, simile agli antichi egizi, facilmente plasmabile e dominabile dall’élite. A questi “meticci”, privi per definizione di radici storiche e culturali, attribuisce caratteristiche quali crudeltà, infedeltà, avidità etc.; a suo dire necessarie a conseguire e giustificare la superiorità dell’élite.
A questo punto sorge spontanea ed inevitabile la seguente domanda: “quale sarebbe, secondo il nostro illuminato filosofo, l’élite”? Spiace sinceramente doverlo dire, perché qui si attiveranno cori di sdegno e stracciamento di vesti, ma secondo lui, l’élite non potrà che essere il popolo ebraico, nei secoli selezionato da spietate persecuzioni e ghettizzato al punto, da essersi mantenuto “puro”.
Facile notare a questo punto la sinistra analogia, specularmente capovolta, con le idee che poi porteranno allo scoppio della II Guerra Mondiale.
Giova richiamare il contesto storico durante il quale Kalergi scrive il suo saggio. Da poco più di sei anni era terminata la Grande Guerra, immane massacro, deflagrato in Europa a seguito di fortissime tensioni inter-etniche.
Non dimentichiamo altresì che sono gli anni dell’elaborazione della teoria “Eugenetica della razza” che poi guarda caso sarà alla base del famigerato “Mein Kampf”, che un certo Herr Adolf Hitler, anch’egli austriaco, ancorché appartenente ad una diversa classe sociale, scrive nel 1925, durante il suo periodo di prigionia successivo al fallito “putsch” di Monaco del novembre 1923.
Nel prossimo articolo un’analisi comparativa di quanto sopra con la realtà, oggettivamente “strana” che ci circonda. 

sabato 22 giugno 2019

RICHARD NIKOLAUS DI COUDENHOVE-KALERGI


In questo articolo, primo di una serie, ci occuperemo di uno tra i più misteriosi personaggi dello scorso secolo, il conte Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, meglio noto, ai pochi che ne conoscono l’esistenza, come “Kalergi”. In effetti non molti sanno che, dietro alla strana parola “Kalergi”, non si cela un personaggio mitico, inventato da paranoici complottisti vetero-neonazisti per dare “corpo” ad un fantasma partorito delle loro menti sconvolte, bensì si tratta di parte del cognome di un “affascinante” personaggio, realmente vissuto tra il 1894 e il 1972, la cui esistenza è stata, praticamente da sempre, volutamente avvolta da una fitta “cortina fumogena”.
Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, nasce a Tokyo il 16 novembre del 1894. Figlio di un importante diplomatico austro-ungarico, il conte Heinrich, e di una giapponese, tal MItsuko Aoyama, discendente da un’illustra casata di Samurai.
Compie i sui studi in uno dei più esclusivi e rinomati collegi dell’impero dove si appassiona allo studio della filosofia, laureandosi nel 1917. Si badi bene, non a caso, mentre l’Europa è sconvolta da quella che probabilmente è la peggiore guerra di sempre, il primo conflitto mondiale scatenato proprio dall’impero Austro-ungarico, non partecipa al massacro e si dedica a completare i suoi studi.

Durante quel periodo, che vive con il dovuto distacco, matura l’idea portante di tutta la sua futura esistenza, che nel 1923 pubblica sotto forma di libro-manifesto, col titolo di “Paneuropa”, secondo cui l’unica possibilità di “salvezza” per l’Europa, da sempre animata da potenti contrapposizioni “nazionalistico-identitarie”, consista nella formazione di un unico “macro stato”. Semplificando un poco il concetto, una sorta di federazione europea, o “paneuropea”, unificata sotto un unico governo.

Secondo i pochi che, come dicevamo, ne conoscono l’esistenza e si sono impadroniti, gestendola, della sua idea, si è trattato della prima concezione dell’attuale UE, tant’è che il suo nome in seguito diventa, tra gli addetti ai lavori, sinonimo del Premio “Carlomagno”, istituito nel 1949, di cui egli per primo, viene insignito. A seguire, tutti i principali artefici dell’Unione Europea, passata per le per varie tappe di “integrazione”, ne sono stati insigniti.
Sino a qui nulla di strano, soprattutto se non si tiene conto del fatto, oggettivamente un po’ sospetto, che, come dicevamo, del nostro “affascinante” personaggio cosmopolita non si occupi assolutamente la storiografia agiografica che da 70 anni viene diffusa, più o meno copiosamente, dai sistemi scolastici delle varie Nazioni che, a poco a poco, vengono a formare quella che, passando per tappe successive, è giunta sino ai nostri giorni come Unione Europea. Sfido qualunque liceale in questi giorni impegnato nell’”esame di maturità”, a dirmi se ne ha mai sentito parlare.

Se poi però, animati da sana curiosità critica, si scava un po’, ci si accorge, non senza un certo stupore che al riguardo di questa sorta di “santo” sino ad oggi laico, volutamente mantenuto nel semianonimato, circolano in rete alcuni articoli che lo indicano quale esempio evidente di “tema preferito” di uno sparuto gruppo di “fanatici amanti” della “teoria del complotto”. Sorta di pericolosi e biechi personaggi definiti nei più vari modi, di volta in volta etichettati con aggettivi, sempre rigorosamente scagliati come pesanti pietre, che vanno da: “vetero-nazisti xenofobi” a “sovranisti” passando per “populisti”.
A questo punto, se si continua a scavare, ci si accorge che il nostro “affasciante” personaggio cosmopolita, avvolto dal mistero e “santificato” dall’élite europeista, nel 1926, dava alle stampe un altro saggio filosofico, in lingua tedesca, guarda caso ormai praticamente impossibile da reperibile, nel quale tratteggiava la sua idea di “Nuovo ordine europeo”. Detto libro si intitola “Praktischer Idealismus” (Idealismo Pratico), che mai in seguito ha pubblicamente sconfessato o da cui mai ha preso le distanze. Si noti che del libro ovviamente esistente, non si trova copia in rete dove invece si trovano un certo numero di articoli scritti con l’evidente intento appunto di screditare e destituire di ogni credibilità tutti coloro che, avendo avuto la fortuna di leggerlo e comprenderne il contenuto, da anni hanno cercato, faticosamente e a rischio quasi della vita, di renderlo noto. Essi sono i biechi personaggi, più sopra descritti, indicati al pubblico ludibrio come la feccia neo-nazista dell’umanità. Tra essi spicca uno scrittore e poeta lirico austriaco, perseguitato e indicato al pubblico ludibrio, in Austria e nel mondo intero, quale “revisionista e negazionista”, Gerd Honsik, scomparso il 7 aprile del 2018 in Ungheria.
Come ho scritto in un “twitt”, sul mio account Twitter, appuntato sul mio profilo, mi si perdoni l’autocitazione: “Il più grande “capolavoro” dell’élite massonico-finanziaria mondiale, è aver ammantato di santità il conte Kalergi e aver contestualmente screditato come complottisti vetero-nazisti chi, con grande difficoltà, cerca di ostacolare il compimento del suo “Piano per l’Europa”.

Il seguito in un prossimo articolo ad esso dedicato.

domenica 16 giugno 2019

KAVDAX IS BACK

Dopo quasi un anno di intensa attività su Twitter, durante il quale, per importanti impegni professionali, ho dovuto trascurare questo weblog, eccomi di ritorno.

La mutata situazione socio-politica al contorno, lo esige.

A seguito dell'inatteso stop al piano di "Kalergizzazione" dell'Europa, imposto dal cambio di maggioranza di governo in Italia, avvenuto poco più di un anno fa, c'è da attendersi purtroppo che gli spietati attuatori del "Piano" metteranno in opera ogni mezzo pur di ribaltare lo spontaneo moto popolare di rivolta, all'imposizione coatta del "multiculturalismo", non a caso dispregiativamente quanto frettolosamente etichettato "populismo".

A questo punto, chi, come me, ama profondamente l'identità italiana e rispetta, considerandole patrimonio prezioso, le identità degli altri Popoli europei, sente imperativo il dovere di rispondere alla chiamata.

E' in gioco il futuro dei ns figli, dei ns nipoti e dei figli dei loro figli, che lasciando libero corso al "Piano" sarebbero rimpiazzati, come teorizzato a metà degli anni '20 del secolo scorso da Nikolaus Kalergi, da una popolazione sub-umana (untermensch), meticciata, molto più docile e facilmente dominabile, in quanto totalmente priva di radici identitarie.

La battaglia per evitare tutto questo sarà durissima e l'esito molto incerto, ma assistere all'attuazione di questo "Piano", scellerato senza minimamente reagire, è assolutamente immorale ed imperdonabile.