sabato 11 aprile 2020

COVID-19 LA DITTATURA CONCLAMATA A RETI UNIFICATE


Quello a cui gli Italiani, ieri sera, hanno assistito a reti unificate, sotto la stretta regia di “casalino”, è la cosa più sconcertante degli ultimi 77 anni.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri, che appare in diretta, a reti unificate, per additare al pubblico ludibrio i leader dell’opposizione, rei sostanzialmente di fare opposizione. Attaccandoli frontalmente con palesi e riconosciute falsità, senza possibilità di contraddittorio, alfine di screditarne ed impedirne la funzione, che per 73 anni la Costituzione ha garantito, è tale da lasciare allibiti.
Totalmente incurante del suo dovere istituzionale di Presidente del Consiglio dei Ministri del governo in carica - che tra l’altro si poggia su di una maggioranza numerica da tempo minoranza nella Nazione, ed evidentemente totalmente ebbro dal delirio di potere auto-conferitosi a colpi di provvedimenti amministrativi - rotti gli indugi, ha manifestato la reale natura del suo intento, quella cioè di governare in totale spregio delle più elementari regole della democrazia, approfittando dello “stato di emergenza”.
Impaurito dalle conseguenze indotte sul suo traballante governo, dalla clamorosa sottomissione ai diktat olandesi, circa l’utilizzo del MES tra gli strumenti di “aiuto” al superamento della crisi, operazione sancita dall’esultanza pubblica degli olandesi, fallito il maldestro tentativo del Ministro Gualtieri di ribaltare la realtà, vantando un inesistente successo, l’avvocato di provincia è partito all’attacco, come il peggiore dei leader sudamericani alla “Noriega”, attaccando frontalmente, a reti unificate i leader dell’opposizione. Tanto che addirittura Enrico Mentana, giornalista mainstream, non certo amico dell’opposizione, non ha potuto fare a meno di stigmatizzarne duramente la sortita.

Cosa ci dobbiamo attendere adesso? Chiusi in casa e impossibilitati di fatto a manifestare contro un’inarrestabile deriva autoritaria, con i social media controllati e filtrati da “commissioni” di comodo, definite anti “hate speeck”, dobbiamo attenderci che al primo comma del prossimo DPCM sia decretato l’arresto dei leader dell’opposizione, additati quali “nemici del popolo e dell’Europa”, e nel successivo decreto, la cattura di tutti loro i sostenitori, per inviarli in campi di rieducazione al Pensiero Unico?

Come affermavo in un articolo di qualche giorno fa, quando, sulla base di un fantomatico “stato di emergenza”, si iniziano a sospendere diritti costituzionalmente garantiti, si sa certamente da dove si parte, ma sicuramente non si sa dove si arriva. Specie se alla testa di tutto si trova un arrogante e presuntuoso avvocatuccio di provincia, nelle mani di “casalino”.
Da ieri sera è evidente che della ns Carta costituzionale si deve parlare al passato.

giovedì 9 aprile 2020

COVID-19 DIFFUSIONE DI UNA PANDEMIA ANNUNCIATA


Ciò che purtroppo sta accadendo in questo travagliato periodo, è la conseguenza di errori od omissioni, commessi da chi istituzionalmente ha il dovere di salvaguardare la pubblica incolumità?
Nella condotta di chi ci governa, si possono ravvisare profili di responsabilità penalmente rilevanti, in relazione alla diffusione del virus, che ha condotto alla morte prematura di migliaia di cittadini e al blocco di ogni attività produttiva, che sta determinando inesorabilmente la recessione economica più grave dal secondo dopoguerra?

Le domande di cui sopra mi frullano in testa da circa due settimane, caratterizzate dalla sospensione, per decreto e senza passaggio parlamentare, di diritti garantiti dalla ns Costituzione, al punto da configurare una situazione di “dittatura” esattamente coincidente con la definizione che si legge in un qualsiasi dizionario giuridico di detto termine, a volte usato a sproposito.

Per ragionare di questo delicato argomento, iniziamo col ricostruire sinteticamente la successione degli eventi di questa triste vicenda.
Già dal mese di dicembre 2019, era noto il rapido diffondersi, in Cina, di casi di infezione indotta da un virus influenzale polmonare, particolarmente aggressivo. Tant’è che il virus reca nel nome il numero 19, indicativo dell’anno di “scoperta”. Inoltre alcuni medici italiani, sul territorio nazionale, cominciavano a riscontrare alcune polmoniti virali, definite “atipiche” e particolarmente virulente.

Il 30 gennaio 2020 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) dichiarava lo “stato di emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale”. Nonostante detta dichiarazione, e le indicazioni di scienziati all’epoca ritenuti “autorevoli” il governo italiano, nelle fasi iniziali evidentemente incerto sulle misure da adottare, disponeva misure quali l’attivazione di termo-scanner e il blocco dei voli diretti dalla Cina. Alcuni politici di opposizione, allarmati segnalavano, a loro dire, la necessità di provvedere all’immediata chiusura dei porti, nonché alla messa in quarantena di tutti i cinesi, di rientro in Italia dai festeggiamenti del loro Capodanno, rimanendo inascoltati e scatenando nei propri confronti un coro di accuse di “razzismo”.
Tre settimane dopo, mentre ormai il virus silenziosamente di stava diffondendo, il governo il 21 febbraio emanava un’ordinanza restrittiva, seguita dal decreto-legge n° 6 del 23 febbraio 2020, recante “misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”.

La ovvia espansione sempre maggiore dell’epidemia, innescata dalla iniziale esitazione, induceva il governo ad emettere il DPCM del 4 marzo 2020 e a dichiarare lo stato d’emergenza, relativo al rischio sanitario, connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili e a prevedere ulteriori misure di contrasto, sull’intero territorio nazionale, tra le quali sono elencate “la chiusura di scuole e Università fino al 15 marzo 2020, la sospensione delle attività formative, delle visite guidate etc”.
La diffusione di COVID-19, nel frattempo oltrepassati i confini inizialmente definita ad alto rischio, detta “zona rossa” comprendente alcuni comuni lombardo-veneti i cui nomi sono divenuti tristemente famosi, si espande in tutta Italia con casi in numero crescente, giorno dopo giorno. 

L’Italia, in poche settimane, diventa la prima Nazione per contagi dopo l’Asia, focolaio d’origine dell’infezione.
Difronte ad una situazione che diventa di ora in ora più grave, temendo seriamente per la tenuta del Sistema Sanitario Nazionale, nella notte tra il 7 e l’8 marzo 2020 il governo decideva l’immediata chiusura della Lombardia e di altre 14 provincie del nord Italia. La notizia trapelata, diffusa facendo circolare una bozza del decreto, prima che il provvedimento fosse approvato, ingenerava il panico in coloro che si trovavano nella “zona rossa” per motivi di svago, studio o lavoro, timorosi di restare bloccati dal decreto. A quel punto centinaia di persone, senza controllo alcuno, si riversavano sui treni in partenza per il centro e il sud d’Italia, con l’intento di raggiungere le regioni d’origine.

Nella giornata del 9 marzo, dopo avere appreso dalle Autorità Sanitarie che la situazione era fuori controllo e che ciò determinava la crescita esplosiva dei casi di contagio, il governo provvedeva ad emanare il DCPM del 9 marzo 2020, col quale dichiarava l’intera Italia “zona protetta”, inasprendo le misure adottate in precedenza e aggiungendone altre, che di fatto bloccavano l’intera attività della Nazione.
Ora, non occorre essere un luminare della “virologia”, per comprendere che evidentemente qualcosa non abbia funzionato nei meccanismi decisionali, tanto da determinare una diffusione probabilmente molto maggiore del contagio che la presa delle decisioni giuste, al momento giusto, avrebbe molto probabilmente limitato il numero dei morti, non costringendo la Nazione al completo arresto delle attività produttive.

A questo si aggiunge il fatto, altrettanto evidente, che i luminari della “virologia”, consulenti del governo, brancolano nel buio più o meno come i loro omologhi, ben meno dotati di tecnologia, che si trovarono impegnati a combattere contro l’epidemia di Peste Nera nel 1350 circa.
Dal numero di morti, che di giorno in giorno ancora continua a crescere, e dalle gravissime conseguenze economiche che deriveranno dalla fase emergenziale tutt’ora in corso, e di cui non s’intravvede la fine, deriva la necessità di approfondire con rigore se sussistano profili di responsabilità penale e, nel caso si accertassero, punire in maniera esemplare, i responsabili.

Sarà poi interessante cercare di comprendere quali “strumenti” mette a disposizione il ns ordinamento, per perseguire gli eventuali responsabili una volta accertate le loro responsabilità.