Non occorre sicuramente essere
dei luminari dell’incerta “scienza” sociologica per comprendere che il concetto
di “multiculturalismo” è uno dei più grossolani errori concepiti dai sociologi
sedicenti “progressisti”.
Ovunque nel mondo si sia cercato di
creare una “società multiculturale”, risulta drammaticamente evidente il
fallimento. Basti pensare agli Stati Uniti d’America, nazione formatasi dall’afflusso
di masse di immigrati, arrivati da ogni parte del mondo, dove le tensioni
razziali sono all’ordine del giorno. Per non parlare della Gran Bretagna o
della Francia, ex paesi coloniali, dove le periferie delle grandi città sono da
anni ostaggio di gruppi disgregati, uno contro l’altro armati, basati sull’odio
razziale e sul rancore sociale.
Che dire poi del Sud Africa,
unica nazione africana evoluta e civile, sino alla presenza del regime di apartheid,
sprofondata poi nella più cieca violenza e nel più buio sottosviluppo, dopo l’avvento
di Mandela, davvero inspiegabilmente eletto a icona dal miope progressismo
occidentale, vittima consapevole dei propri principi universali.
A nulla valgono alcune rare eccezioni,
che come noto confermano la regola, tutte limitate a casi storici, stratificatisi
nel tempo e comunque già implosi o perennemente basati su di un fragile, quanto
instabile, equilibrio, sempre sull’orlo di esplodere.
Il “multiculturalismo” è dunque
un mito artificialmente creato dalle belle menti degli illuminati sedicenti progressisti,
per celare la reale incapacità di difendere l’Occidente, culla della vera
civiltà, dall’invasione di quegli stessi barbari che da sempre premono ai sui
confini.
Parlare di Mediterraneo, ponte e
crogiolo di culture amiche è il più clamoroso dei falsi storici che la
propaganda progressista ha cercato disperatamente di accreditare. I popoli della
sponda sud, e quelli dei confini ad est, sin dall’epoca dei Romani e passando
per tutto il medioevo e ben più avanti, sino alla battaglia di Lepanto, hanno
cercato di invadere l’Europa ed in parte c’erano pure riusciti, penetrando e
stanziandosi per secoli nella penisola iberica e poi giungendo sino alle porte
di Vienna.
Ora la strategia è cambiata, in
qualche misterioso modo, gli stessi barbari, grazie alla complicità dei nostri
leader e di grandi organizzazioni finanziarie, sono riusciti a instillare il
germe della colpa che ha annichilito la capacità difensiva dell’Occidente, sino
al punto da fare in modo che sia l’Occidente stesso, a favorire la propria invasione.
Proprio in questi giorni però,
forse, assistiamo ai primi segni d’inversione di tendenza.