mercoledì 23 marzo 2016

LA PRIMAVERA DI BRUXELLES


A pochi mesi dai terribili fatti di Parigi, assistiamo ancora ad una dimostrazione di forza militare, condotta da terroristi islamici, nella capitale dell’Unione europea. Sin troppo facile dire che era solo questione di tempo, il fatto che deve far riflettere è che gli attacchi sono stati portati nel cuore di Bruxelles, capitale d’Europa, super controllata da mesi di ricerche dell’unico sopravvissuto alle stragi di Parigi. A dimostrazione che le migliaia di infiltrati sono pienamente padroni della “piazza”, possono agire in piena libertà, nonostante i nostri controlli e portare la strage, in ogni momento, in mezzo a gruppi di civili intenti ad andare a scuola o al lavoro, a fare la spesa al supermercato o a partire con l’aereo.

E’ ormai del tutto evidente che i musulmani non possono vivere in Europa e soltanto chi si ostina a non vedere e a non capire, può continuare a pensare che ci sia una via diversa, che possa condurre ad una serena e pacifica convivenza, nella differenza. Non sarà mai così, è chiaro ed evidente.

Lo dimostrano tutti i tentativi fatti in tal senso , decine e decine d’anni di tolleranza e di apertura forzata al “multiculturalismo”, nei paesi europei hanno generato la situazione attuale. Milioni di musulmani in Europa, sparsi dappertutto e non integrati, on tanto perché rifiutino d’integrarsi, ma per il fatto che non possono integrarsi, non sono fatti per integrarsi, ma per espandersi sottomettendo al loro sistema di vita e alle loro credenze. La maggior parte di loro, quelli che noi a torto consideriamo i moderati, intenti a riprodursi col chiaro obiettivo dell’islamizzare l’Europa. Una parte minore, ma comunque numericamente molto significativa, quelli che noi consideriamo i radicali, i “jihaddisti”, pronti a sacrificare la loro stessa vita per portare morte e distruzione, nella nostra compagine sociale che loro, a ragione, considerano debole e tollerante, incapace di difendersi dalla minaccia e quindi fatta a posta per essere soggiogata e sottomessa, nel terrore.

Il disegno è di una chiarezza abbagliante e basta riflettere un attimo per immaginarne gli sviluppi. Eppure i nostri leader, coloro che governano le sorti dell’Europa, continuano ostinatamente ad illudersi che la miglior difesa da tutto questo sia la tolleranza e l’accoglienza, la cultura e il miglioramento dell’integrazione. Integrazione che, è clamorosamente evidente, non ci sarà mai, perché il concetto di “convivenza serena nella diversità” è un’idea astratta tutta e solo nostra, culturalmente, ideologicamente e religiosamente aliena ai musulmani che, tutti, considerano, loro dovere religioso redimere l’umanità intera e sottometterla all’unico vero dio, il loro. Solo il metodo è diverso. Per i più, con le unioni miste e l’esempio; per i meno, con le stragi. Ma il disegno comune è da sempre quello di cancellare dall’Europa la religione e la “cultura”, cristiana.

Sono tutti programmati per questo e in quanto tali, tutti, rappresentano una minaccia mortale per noi e per la nostra stanca civiltà, ma noi ci ostiniamo a non volerlo accettare e a girarci cocciutamente dall’altra parte.