martedì 10 novembre 2009

INFLUENZA A

Guardo con profonda commiserazione i medici che non si vaccinano, anche se i vertici della categoria consigliano di vaccinarsi. Che dire poi, della gente comune smarrita e in preda al terrore, per un’influenza diversa nel nome, ma molto meno virulenta della comune influenza stagionale e che, se ad essa paragonata, presenta un tasso di mortalità davvero minimo?

La vera anomalia è, se mai, che in questo caso, contrariamente agli anni scorsi, ogni morto finisce in prima pagina, ne parlano i telegiornali, si accendono furiosi dibattiti, alimentando a dismisura la psicosi, a tutto vantaggio delle case farmaceutiche.

Forse sarebbe bene ricordare che nel momento in cui si nasce, automaticamente, si acquisisce il dovere di morire. Ergo, se ci si ammala di influenza A, nella peggiore e remota delle ipotesi, si muore.

Mi colpisce l’assoluta stupidità della massa, che, nella totale indifferenza fuma, beve alcolici e si droga, oppure s’ingozza di grassi saturi o d’insaccati, per poi correre ad acquistare mascherine ed antivirali al primo starnuto.

lunedì 9 novembre 2009

MURO DI BERLINO

Sembra incredibile ma sono trascorsi ben venti anni. Ricordo come, fosse ieri, gli avvenimenti storici di quei giorni. Ricordo anche che, sino a pochi mesi prima, parlando con una persona a me cara, che considero uno dei miei rari “Maestri”, affermavo che il blocco comunista, nonostante i segnali di crisi, purtroppo, non sarebbe crollato. Ricordo che egli, nella sua grande saggezza, mi disse che sicuramente mi sbagliavo. Venti anni fa, ero poco più che un ragazzo e pochi mesi dopo fui felice di assistere al crollo di quel vergognoso Muro che per tanti anni, ventotto per essere precisi, aveva rappresentato fisicamente l’assurdità di una cortina di ferro, eretta da un’ideologia crudele e terribilmente sanguinaria, il comunismo.

Due anni dopo, il crollo dell’URSS, la grande “casa madre” di quella mostruosa ideologia.

giovedì 5 novembre 2009

IMBARAZZANTE PASSATO POLITICO

Impegni lavorativi piuttosto pesanti, negli ultimi tempi, mi hanno tenuto lontano da questo spazio. Nel frattempo sono accadute alcune cose piuttosto rilevanti tra cui l'imbarazzante scivolone dell'"integerrimo" Marrazzo e l'elezione di Bersani a capo del PD.

Mi diverte però commentare brevemente una notizia apparsa in rete stamattina, relativa alla da giorni ventilata elezione di D'Alema a ministro degli esteri dell'UE. Nel seguito il trafiletto ricavato dal Corriere della Sera.it:

"«D'Alema è un problema», ha detto Tombinski. (ndr: ambasciatore polacco presso la Ue a Bruxelles) «Sarebbe meglio avere una persona la cui autorità non può essere contestata a causa delle sue appartenenze politiche passate»."

La questione è, a mio parere, rilevante in quanto finalmente la passata militanza nel partito Comunista è giustamente considerata, a tutti gli effetti, pesante titolo di demerito, nonostante i tentativi, più o meno "pelosi", di glissare sull'argomento.

Se consideriamo che anche altri esponenti facenti parte a suo tempo degli organi direttivi del PCI, quando detto partito avallava supinamente ogni atrocità perpetrata dalla "casa madre", oggi ricoprono alte cariche istituzionali, una riflessione s'impone.