lunedì 1 febbraio 2016

SULLA LENTA E COSTANTE ISLAMIZZAZIONE DELL’EUROPA


I fatti accaduti sulla piazza antistante la cattedrale di Colonia e in altre numerose piazze sparse per l’Europa, evidenziano in modo ineludibile il grande problema che, grazie all’atteggiamento insensato dei leader europei ed occidentali in genere, ci siamo tirati in casa.

Appare sempre più evidente che il problema per l’Europa non sia l’accoglienza in sé, quanto piuttosto far entrare grandi quantità di musulmani.

E’ facile constatare che nelle nostre città, da tempo, vivono tante altre etnie non cristiane, ma di esse non si sente quasi parlare. Esse sono a tutti gli effetti “integrate” nel nostro tessuto sociale. Pur mantenendo, in buona parte, le loro credenze e le loro tradizioni, non si sognerebbero nemmeno di pretendere che vengano tolti i Crocefissi o eliminati i presepi. Semplicemente si adeguano, rispettandoli, agli usi e costumi del paese dove hanno scelto d’inserirsi, di lavorare e di far crescere i loro i figli, che nel giro di due o tre generazioni saranno, a tutti gli effetti, dei cittadini del paese, che li ha accolti.

Tutto questo è valido per diverse etnie tranne che per i musulmani. Questa caratteristica, per quanto chiara nella sua evidenza, è dai nostri leader volutamente ignorata, sottaciuta, coperta. Prendere coscienza di questo significherebbe dover prendere una posizione netta a difesa dall’infiltrazione costante e dall’invasione inarrestabile.

Per una sorta di pigro torpore della coscienza essi preferiscono la strada più semplice, quella dell’aiuto, dell’assistenza, dell’accoglienza, contando su di un’integrazione che i fatti dimostrano senza alcun dubbio impossibile. Le comunità islamiche non si integrano in un territorio, lo conquistano. La loro religione fortemente “tribale” glielo impone, e il pericolo non viene tanto dai così detti “estremisti”, che manifestandosi, in qualche misura vengono limitati e in parte controllati, ma dai così detti “moderati, che lentamente si allargano a macchia d’olio riproducendosi a ritmi impensabili per noi, grazie anche ai sostegni finanziari inviati dalle loro “centrali” per costruire moschee e luoghi di culto.

Non sarebbe molto meglio tutti i soldi spesi per questa assurda e insostenibile “accoglienza”, utilizzarli invece per bonificare i loro paesi di origine ed aiutarli a raggiungere uno standard di vita accettabile nei loro paesi, dove vigono giustamente i loro usi, i loro costumi e le loro credenze? La risposta dei benpensanti è banale quanto scontata, secondo loro si tratterebbe di neocolonialismo e in quanto tale inaccettabile!
Ebbene non è così. Questa è la risposta di chi sceglie per pigrizia la via apparentemente più comoda, perché richiede minor impegno a breve, infischiandosi irresponsabilmente delle conseguenze sulle future generazioni. Si tratta della scelta degli irresponsabili. E a noi non resta che restare a guardare, mentre si pongono le basi dell’islamizzazione inarrestabile dell’Europa.