I fatti accaduti sulla piazza
antistante la cattedrale di Colonia e in altre numerose piazze sparse per
l’Europa, evidenziano in modo ineludibile il grande problema che, grazie
all’atteggiamento insensato dei leader europei ed occidentali in genere, ci
siamo tirati in casa.
Appare sempre più evidente che il
problema per l’Europa non sia l’accoglienza in sé, quanto piuttosto far entrare
grandi quantità di musulmani.
E’ facile constatare che nelle
nostre città, da tempo, vivono tante altre etnie non cristiane, ma di esse non
si sente quasi parlare. Esse sono a tutti gli effetti “integrate” nel nostro
tessuto sociale. Pur mantenendo, in buona parte, le loro credenze e le loro
tradizioni, non si sognerebbero nemmeno di pretendere che vengano tolti i
Crocefissi o eliminati i presepi. Semplicemente si adeguano, rispettandoli,
agli usi e costumi del paese dove hanno scelto d’inserirsi, di lavorare e di
far crescere i loro i figli, che nel giro di due o tre generazioni saranno, a
tutti gli effetti, dei cittadini del paese, che li ha accolti.
Tutto questo è valido per diverse
etnie tranne che per i musulmani. Questa caratteristica, per quanto chiara
nella sua evidenza, è dai nostri leader volutamente ignorata, sottaciuta,
coperta. Prendere coscienza di questo significherebbe dover prendere una
posizione netta a difesa dall’infiltrazione costante e dall’invasione
inarrestabile.
Per una sorta di pigro torpore
della coscienza essi preferiscono la strada più semplice, quella dell’aiuto,
dell’assistenza, dell’accoglienza, contando su di un’integrazione che i fatti
dimostrano senza alcun dubbio impossibile. Le comunità islamiche non si
integrano in un territorio, lo conquistano. La loro religione fortemente
“tribale” glielo impone, e il pericolo non viene tanto dai così detti
“estremisti”, che manifestandosi, in qualche misura vengono limitati e in parte
controllati, ma dai così detti “moderati, che lentamente si allargano a macchia
d’olio riproducendosi a ritmi impensabili per noi, grazie anche ai sostegni
finanziari inviati dalle loro “centrali” per costruire moschee e luoghi di
culto.
Non sarebbe molto meglio tutti i
soldi spesi per questa assurda e insostenibile “accoglienza”, utilizzarli invece
per bonificare i loro paesi di origine ed aiutarli a raggiungere uno standard
di vita accettabile nei loro paesi, dove vigono giustamente i loro usi, i loro
costumi e le loro credenze? La risposta dei benpensanti è banale quanto
scontata, secondo loro si tratterebbe di neocolonialismo e in quanto tale
inaccettabile!
Ebbene non è così. Questa è la risposta di chi sceglie
per pigrizia la via apparentemente più comoda, perché richiede minor impegno a
breve, infischiandosi irresponsabilmente delle conseguenze sulle future
generazioni. Si tratta della scelta degli irresponsabili. E a noi non resta che
restare a guardare, mentre si pongono le basi dell’islamizzazione inarrestabile
dell’Europa.