Forse
è ancora presto per dirlo, ma dopo oltre due settimane di blocco progressivo
dell’Italia sino alla paralisi, imposto a colpi di provvedimenti amministrativi
e a Parlamento chiuso, quindi in situazione che tecnicamente possiamo definire
di “dittatura invocata” - dai primi riscontri, nonostante il moderato ottimismo
di qualche commentatore “allineato”, sembra che i risultati non siano affatto
quelli sperati.
Del
resto, sin dall’inizio di questa penosa vicenda è apparsa chiarissima
l’inadeguatezza di chi si è arrogato il diritto di prendere in esclusiva le
decisioni, forte di tanta cialtroneria, sostenuta da una poderosa presunzione.
Mancando
personale, mezzi e materiali, per mettere in opera un serio sistema di rapida diagnosi a
tappeto, con successivo tracciamento e messa in quarantena stretta dei contatti
di chi risultasse positivo (detto “metodo Corea del Sud”) il governo ha optato
per il “metodo cinese”, chiudendo indiscriminatamente tutti gli Italiani in
casa e determinando di fatto la paralisi produttiva della Nazione.
Se
questo dovesse confermarsi scarsamente efficace, sarebbe davvero allarmante, perché
arrivati a questo punto le conseguenze distruttive sull’economia dell’Italia,
probabilmente sono già irreversibili. Come affermavo all’inizio di questa follia, è impossibile fermare una Nazione per più di 15 giorni. Ora si sta parlando di arrivare sino a luglio.
Mi chiedo se “Casalino” - detto “er mutanda” del Grande Fratello televisivo, che ormai, non si capisce in virtù di quale mandato, regge di fatto le sorti della Nazione - si è posto il problema di cosa succederà allorquando, finiti i magri risparmi, la massa composta dai commercianti “non essenziali”, dei liberi professionisti a partita iva, dei piccoli imprenditori etc., obbligati a rimanere a casa senza poter lavorare e quindi fatturare, esauriranno i magri risparmi e non sapranno più come nutrire la loro famiglia.
Non resta davvero che sperare che nel giro di pochi giorni, nemmeno settimane, valenti scienziati trovino un vaccino e una cura, perché se rimaniamo nelle mani di “casalino” e dei suoi cialtroni accoliti, “Dio ci salvi”.
Considerazione conclusiva: Provate un po’ a pensare se al posto del “sussiegoso” avvocatuccio di provincia, ci fosse stato Salvini, cosa avrebbe fatto la sinistra che tanto ha starnazzato sul fatto che, a loro dire il leghista avrebbe voluto udite, udite, “pieni poteri” per contrastare l’immigrazione clandestina, vera piaga di questa nostra sventurata ma bellissima Nazione?