Viviamo in un mondo in cui è sempre più difficile distinguere cosa sia vero, da cosa sia falso. Nel caso del così detto “mutamento climatico” o “climate chamge” poi, stiamo assistendo ad una replica traslata di campo, della follia covid. L’Opinione pubblica manifesta un’esasperata tendenza a dividersi su base ideologica, a polarizzarsi seguendo tendenze politiche, che è facile intuire sottendano forti interessi economici, piuttosto che da chiare evidenze scientifiche.
Se da un lato schiere di illustri
scienziati ed Istituzioni scientifiche certificano che l’effetto antropico sia
una sorta di catalizzatore in grado di accelerare il processo di mutamento
delle condizioni, dall’altro lato un notevole numero di validi ed attendibili
studiosi di climatologia, avanzano pesanti dubbi sul peso dell’effetto umano
nel complicato processo.
Quello che in certa misura
sconcerta è il fatto che, come nel caso del covid, la “consorteria dei giusti”
si arroghi il diritto di giudicare cosa sia giusto e cosa sia sbagliato,
censurando le voci fuori dal coro, giungendo ad invocare l’introduzione negli
ordinamenti del reato di “negazionismo climatico”.
Dal canto mio mi limito ad
osservare quest’altra ondata di follia collettiva, sostenuta dai media,
rilevandone l’inquietante analogia con la vicenda covid.
Banale dire che sono anni, tanti anni, che d’estate
fa particolarmente caldo e che l’afa opprime le città. Da sempre d’estate si
scatenano furiosi incendi in boschi e foreste, che purtroppo nessuno più cura. Inondazioni
e frane accadono in modo ricorrente e comportano danni enormi, in quanto gli
edifici sorgono in zone non adatte ad accogliere gli insediamenti.
In questo contesto però non si
può fare a meno di constatare che da un paio d’anni a questa parte, ha
cominciato a montare una sorta di isteria ambientalista che ricalca esattamente
quanto sperimentato col covid, che di fatto ha soppiantato. I media mainstream,
un po’ per assecondare i loro padroni, un po’ per cercare di aumentare le
vendite, lanciano ossessivamente messaggi allarmistici del tipo: “il caldo sta
uccidendo centinaia di migliaia di persone”, “le tempeste tropicali, uccidono e
devastano il nostro territorio”, “gli incendi stanno riducendo in cenere il pianeta”
etc, etc. Messaggi apocalittici lanciati con ritmo incalzante e martellante,
col malcelato intento di creare una psicosi che agevoli nella massa l’accettazione
dei pesantissimi sacrifici che comporterà la così detta “transizione ecologica”,
imposta ossessivamente dalle istituzioni globali e da attuarsi secondo tempi e
con costi, oggettivamente proibitivi.
Non ci resta che sperare presto
si attenui il caldo estivo, che comunque non attenuerà la pressione dei soloni
del clima.