lunedì 25 maggio 2020

COVID-19 LA GRANDE BUFALA SOSTENUTA DALLA PAURA

Mano a mano che i giorni passano, e dall’8 marzo ne sono trascorsi 81, si fa sempre più chiara la sconcertante verità. Il mondo è caduto ostaggio della più grande “bufala” planetaria, generata dall’isteria collettiva auto-indotta, e sostenuta dai media.

È tutt’ora difficile riuscire a scambiare opinioni sull’argomento, a meno che non se ne abbia una visione strettamente conformista, nella maggior parte dei casi si suscitano reazioni ironiche o infastidite, di chi oramai è caduto preda della follia collettiva e ostinatamente rifiuta di aprire la mente.

Nella fase iniziale di diffusione del virus, la stragrande maggioranza della popolazione mondiale avvertendo un’insicurezza angosciosa, alimentata dal brancolare nel buio dei sedicenti esperti, ha preteso dai propri governi risposte e decisioni chiare. In assenza di precise e ferme prese di posizione, spinta dalla paura, ha invocato ed accettato misure che in alcune nazioni, tra cui l’Italia, hanno sospeso di fatto la Costituzione, arrivando per la prima volta a limitare libertà individuali ritenute sino a poco prima, fondamentali ed assolutamente “intangibili”.

Sull’onda dell’isteria collettiva, i vertici governativi, colti di sorpresa nella totale impreparazione, preoccupati per l’iniziale sottovalutazione di un fenomeno praticamente sconosciuto, hanno agito in maniera assolutamente caotica e disordinata.

Mentre sedicenti “scienziati” da talk show, che in realtà nulla o quasi avevano capito dell’insidioso microrganismo, pontificavano sull’esigenza di contrastarne con “ogni mezzo” la diffusione, almeno sino alla sintesi di un vaccino e di un trattamento efficace; i medici in prima linea, con “le scarpe di cartone”, sacrificando in molti casi la propria vita, applicavano terapie sbagliate, che provocavano la morte di migliaia di poveri malcapitati, perlopiù già afflitti da gravi patologie preesistenti.

Le poche autopsie, effettuate quasi clandestinamente, evidenziano la morte per embolia polmonare, provocata dall’intubazione e dalla conseguente ventilazione forzata.

I dati disponibili parlano ormai chiaro, nella fase dell’emergenza, durata circa due mesi, sono stati compiuti errori drammatici, da ottimi medici, che purtroppo non conoscendo la malattia hanno agito il più delle volte in modo controproducente. Questo ha alimentato la psicosi. I media, a scopo “commerciale”, hanno amplificato la paura, drammatizzando la narrazione in modo spropositato, mostrando file di camion militari che nottetempo trasportavano le bare al crematorio. Mostrando le corsie d’ospedale ingombre di poveri malti intenti ad esalare faticosamente l’ultimo respiro, assistiti da medici e paramedici stravolti dalla fatica e riversi sfiniti su tavoli e seggiole, nei rari momenti di pausa.

Una narrazione drammatizzata in modo parossistico, che ha determinato un’indignata ed isterica caccia all’untore. Spesso identificato in un solitario “runner” sorpreso a correre da solo sulla spiaggia, inseguito da motovedette, droni, auto e moto delle Forze dell’Ordine. Anziani signori usciti da casa per approvvigionare la dispensa vuota, multati spietatamente da vigili locali sceriffi, etc., etc.

Il tutto accompagnato dalla presenza invasiva e quasi quotidiana del Presidente del Consiglio dei Ministri, eterodiretto da “casalino”, che con le sue invadenti conferenze a reti unificate, prive di ogni contraddittorio, sparava proclami, promettendo inesistenti somme favolose, dispensate munificamente a titolo di “aiuti” per sostenere “i bisognosi”, la stragrande maggioranza dei quali ancora attendono di vedere un solo soldo.

Ostinatamente fedeli alla cupa profezia: “nulla sarà mai più come prima” anche la famigerata “fase 2”, da poco iniziata, risente dell’ondata di follia nel frattempo ingigantitasi ed autoalimentatasi.

Le scuole continuano a restare chiuse e si discute “se” farle riaprire a settembre o proseguire con la “didattica a distanza”. Dopo lunghe lotte condotte sul territorio da amministratori locali coraggiosi, qualche attività sta riprendendo, ma con limitazioni draconiane, tanto da dissuadere i gestori, nella maggior parte dei casi, dal riaprire, visto che le limitazioni, unite ai costi di riapertura non consentirebbero più all’attività di assicurare un minimo margine, che giustifichi la sopravvivenza dell’attività.

Nel frattempo però, i medici, messi da parte i “consigli” degli incompetenti “virologi” da talkshow, hanno escogitato ed applicato efficaci protocolli di cura in grado da limitare le perdite, determinando una drastica diminuzione dei morti.

Agli storici, tra qualche anno il compito di analizzare i dati statistici raccolti, che già oggi, evidenziano quanto il fenomeno sia risultato ingigantito in modo incredibile.

Attualmente è ancora presto per valutare oggettivante i danni incalcolabili, generati da questa ondata di follia collettiva. Una cosa però è certa, nel giro di qualche mese, presumibilmente all’inizio dell’autunno, inizieranno a risentirsene gli effetti sull’economia reale. Apparirà quindi profilarsi inesorabile un panorama desolato di macerie fumanti. L’Italia sarà inevitabilmente preda della peggiore recessione economica dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi.

Allora la massa di coloro che invocavano il “lockdown” ad oltranza, forse capirà il danno che ha fatto.