Immagino le risate di chi percepisce salari e stipendi da fame, super tassati da Schioppa - Visco, mentre sente parlar di stipendio minimo garantito, intorno a 1.000/1.100 Euro mese, da un beby-pensionato, che solo di pensione intasca oltre 5.000 Euro al mese.
domenica 30 marzo 2008
sabato 1 marzo 2008
DECALOGO DEL FASCISTA
Vagabondando nei diversi blogs, orientati a Destra, ho trovato questo decalogo che, a mio giudizio, bene esprime l’essenza dell’essere Fascisti. Concordo con la tesi dell’autore, essere Fascisti è difficile, molto più difficile che essere comunisti o liberali o democristiani. Essere Fascisti significa essere inflessibili con se stessi, sentire forte la “mistica del Dovere”, non piegarsi a facili compromessi. Considerare i Valori dello spirito superiori ai minus-valori materiali.
Dopo oltre sessant’anni di stereotipi negativi imposti dal pensiero unico antifascista è giusto divulgare le regole che stanno alla base di questo irresistibile orientamento della coscienza.
Sicuramente per questo, in Italia, hanno ancora tanto successo gli antifascisti.
Nel seguito il “decalogo”:
- Non vi sono privilegi,se non quello di compiere per primi la fatica e il dovere.
- Accettare tutte le responsabilità, comprendere tutti gli eroismi, sentire come giovani italiani e fascisti la poesia maschia dell'avventura e del pericolo.
- Essere intransigenti, domenicani. Fermi al proprio posto di dovere e di lavoro, qualunque esso sia. Ugualmente capaci di comandare e ubbidire.
- Abbiamo un testimonio dal quale nessuno potrà mai liberarci: il testimonio della nostra coscienza. Deve essere il più severo, il più inesorabile dei nostri giudici.
- Avere fede, credere fermamente nella virtù del dovere compiuto, negare lo scetticismo, volere il bene ed operarlo in silenzio.
- Non dimenticare che la ricchezza è soltanto un mezzo, necessario sì, ma non sufficiente a creare da solo una vera civiltà, qualora non si affermino quegli ideali che sono essenza e ragione profonda della vita umana.
- Non indulgere al malcostume delle piccole transazioni e delle avide lotte per arrivare. Considerarsi soldati pronti all'appello, ma in nessun caso arrivisti e vanitosi.
- Accostarsi agli umili con intelletto d'amore, fare opera continua per elevarli ad una sempre più alta visione morale della vita. Ma per ottenere questo bisogna dare l'esempio della probità.
- Agire su se stessi, sul proprio animo, prima di predicare agli altri. Le opere e i fatti sono più eloquenti dei discorsi.
- Sdegnare le vicende mediocri, non cadere mai nella volgarità, credere fermamente nel bene. Avere vicina sempre la verità, e come confidente la bontà generosa.
Dopo oltre sessant’anni di stereotipi negativi imposti dal pensiero unico antifascista è giusto divulgare le regole che stanno alla base di questo irresistibile orientamento della coscienza.
Sicuramente per questo, in Italia, hanno ancora tanto successo gli antifascisti.
Nel seguito il “decalogo”:
- Non vi sono privilegi,se non quello di compiere per primi la fatica e il dovere.
- Accettare tutte le responsabilità, comprendere tutti gli eroismi, sentire come giovani italiani e fascisti la poesia maschia dell'avventura e del pericolo.
- Essere intransigenti, domenicani. Fermi al proprio posto di dovere e di lavoro, qualunque esso sia. Ugualmente capaci di comandare e ubbidire.
- Abbiamo un testimonio dal quale nessuno potrà mai liberarci: il testimonio della nostra coscienza. Deve essere il più severo, il più inesorabile dei nostri giudici.
- Avere fede, credere fermamente nella virtù del dovere compiuto, negare lo scetticismo, volere il bene ed operarlo in silenzio.
- Non dimenticare che la ricchezza è soltanto un mezzo, necessario sì, ma non sufficiente a creare da solo una vera civiltà, qualora non si affermino quegli ideali che sono essenza e ragione profonda della vita umana.
- Non indulgere al malcostume delle piccole transazioni e delle avide lotte per arrivare. Considerarsi soldati pronti all'appello, ma in nessun caso arrivisti e vanitosi.
- Accostarsi agli umili con intelletto d'amore, fare opera continua per elevarli ad una sempre più alta visione morale della vita. Ma per ottenere questo bisogna dare l'esempio della probità.
- Agire su se stessi, sul proprio animo, prima di predicare agli altri. Le opere e i fatti sono più eloquenti dei discorsi.
- Sdegnare le vicende mediocri, non cadere mai nella volgarità, credere fermamente nel bene. Avere vicina sempre la verità, e come confidente la bontà generosa.
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