domenica 18 dicembre 2016

END OF 2017

Anche di quest'anno si sta avviando la fine.
Per me si tratta di un periodo di transizione, Nel 2017 approderò in una nuova realtà, tutta da vivere.

Tutto intorno un caos infernale.
  • L'immigrazione totalmente fiori controllo con le Onlus solidali che d'accordo coi trafficanti, continuano a favoreggiare l'invasione incontrollata di clandestini senza che le istituzioni preposte facciano nulla per incriminare i responsabili. Le conseguenze di questa follia segneranno le future generazioni ma tutto si svolge tra l''indifferenza e la complicità interessata delle istituzioni.
  • La politica italiana impazzita dopo un referendum che ha bocciato nettamente una linea politica senza che questo abbia prodotto altro che il quarto governo non eletto.
  • Trump in attesa di insediarsi.

Nel 2017 ne vedremo delle belle.

Buon anno a tutti. 

domenica 13 novembre 2016

IL CROLLO DEL TABU’ DEL “POLITICALLY CORRECT”


Sono trascorsi appena tre giorni dal clamoroso trionfo elettorale di Donald Trump. Naturalmente è troppo presto per comprendere quali saranno realmente i suoi provvedimenti, che dovranno certamente tener conto della realtà del paese, però una cosa è già chiara, si tratta di un avvenimento epocale, come lo fu la presidenza Reagan, o il premierato Thatcher in Gran Bretagna. Una svolta dopo una lunga deriva, capace di riportare il mondo sulla corretta via, guidata dall’intento di rifare grande l’America. O forse per meglio dire di quella parte di America, che si è rivelata maggioritaria, basata su valori che negli ultimi anni sono stati capovolti.

Il primo inequivocabile segno del cambiamento è il crollo di schianto del grande tabù del nostro tempo, il “politically correct”. Crollo annunciato che si è istantaneamente concretizzato all’annuncio dell’avvenuta elezione. E’ forse questo il più evidente segno del fatto che si è attivato un processo capace di affrancare l’Occidente dal colossale complesso di colpa, instillato da quella dottrina. L’assurdo complesso di colpa che ha indebolito l’immagine che l’Occidente ha di sé, fiaccandone l’orgoglio sino a condurlo alle soglie dell’autodistruzione.

E’ ancora difficile capire se il futuro che ci attende sarà migliore o peggiore, del recente passato, però una cosa è sicura, sarà sostanzialmente diverso e se riuscirà a ridare a l’Occidente la coscienza del suo ruolo nel mondo, sarà senz’altro migliore.

giovedì 10 novembre 2016

POPULISMO “DEMOCRATICO” (VANEGGIAMENTI POST ELECTION TRUMP)


Questa mattina, durante la visita di alcuni siti appartenenti a noti quotidiani nazionali, mi sono imbattuto nell’articolo di un certo Samuele Mazzolini, sedicente “analista politico”, che commenta la “sconvolgente” elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America.
 
In questo articolo il signor Mazzolini, sull’onda della campagna di demonizzazione montata ad arte dalla sua parte ideologica, il così detto “progressismo”, del quale evidentemente ha sposato appieno la causa - cerca di spiegare, snocciolando una serie di giudizi che vanno ben oltre il limite dell’invettiva e dell’insulto - le ragioni dello “sconvolgente” avvenimento.
L’articolo si addentra in una fumosa analisi di varie cause tra le quali lo scontento della “working class” per la globalizzazione e il ruolo delle grandi banche, sino a giungere all’inadeguatezza della scelta del candidato, operata dallo schieramento “progressista”, che, concretizzandosi nella figura di Hillary Clinton, percepita come appartenete all’establishment screditato, ne ha prevedibilmente decretato la sconfitta.
Per quanto obiettivamente si potrebbe discutere sull’asserita “prevedibilità”, visto che sino all’ultimo istante precedente inizio dell’afflusso dei primi dati di spoglio, la Clinton veniva accreditata dai media di una cospicua maggioranza di consensi, sulla scorta degli ultimi sondaggi d’opinione.
Ma tornando all’articolo, in esso risulta ovviamente quale principale responsabile dell’elezione del turpe personaggio, il “populismo di destra” e si conclude che :
 
Solo l’organizzazione di un progetto populista progressista, capace di rivendicare gli stessi malumori ma di declinarli in termini di maggior democrazia, potrà creare una nuova identità che mandi in soffitta l’autoritarismo di destra e faccia davvero i conti con i potentati economici.
 
 
Da quanto sopra si deduce che, a breve, cominceremo ad abituarci ad un “populismo democratico”, o “populismo buono” contrapposto al tanto vituperato “populismo” tout court, sostantivo maschile che viene abitualmente scagliato con disprezzo in faccia ai biechi reazionari e che sulla base di tale alchimia ideologica il mondo probabilmente tornerà rapidamente ad essere un idilliaco giardino dell’eden dove ogni donna ed ogni uomo, indipendentemente dal colore della pelle, dalla religione, del genere, dal censo e dalla cultura, potranno vivere in pace ed armonia nel pieno riconoscimento dei diritti.
 
 
 
 
 
 
 
 

mercoledì 9 novembre 2016

UNA NUOVA ALBA TRAGICA PER L'INTELLIGHENZIA PROGRESSISTA


Contro ogni aspettativa sembra proprio che l’imbarazzante zazzera bionda di Donald Trump sarà a capo dell’America, almeno per i prossimi quattro anni.

Questo con grande “scorno” della così detta “intellighenzia progressista” che specie negli ultimi giorni ha fatto di tutto per dipingere Trump con le tinte più fosche possibile. Epiteti quali “populista”, “razzista”, “fascista”, che campeggiavano sulle prime pagine dei giornali e dei siti web d’informazione, sono solo gli aggettivi più dolci di cui è stato fatto bersaglio l’indomito Trump. L’ipotesi di una sua elezione, paventata come il peggiore degli incubi.

La vittoria della Clinton, eletta paladina del “popolo progressista” nella lotta contro il bieco fascista, ieri sera era data per scontata.

Questa mattina, al risveglio, lo sgomento dipinto sulle facce di inviati e commentatori televisivi, mi hanno fatto capire che si trattava di un’altra “alba tragica”, come il “day after” del voto sulla Brexit.

In mezzo a tutta la spazzatura mediatica “progressista” da cui siamo stati bombardati questi giorni, ho selezionato un articolo, di un certo Stefano Vaccara, dal titolo : “Un voto a Hillary per scacciare il neofascista Trump, apparso ieri sul sito “La voce di Ney York”:
http://www.lavocedinewyork.com/news/politica/2016/11/07/un-voto-per-hillary-per-scacciare-il-fascista-trump/    e posso dire con certezza che è merito di simili campioni della stampa libera se il parruccone biondo di Trump sventolerà sulla Casa Bianca, almeno per il prossimi quattro anni.

Ma soprattutto “don’t worry” ragazzi, il caro Donald non sarà poi quel diavolo cornuto che avete cercato invano di dipingere con tutte le vostre forze.

domenica 30 ottobre 2016

UNTITLED


ALEA IACTA EST!

sabato 29 ottobre 2016

UNTITLED

Sulla soglia di un'altra svolta importante, mi tocca assistere, con preoccupazione, alla costante invasione del nostro spazio vitale, da parte di popolazioni assolutamente aliene al nostro mondo. Quel che è peggio è che l'invasione sia favorita da leader incapaci di difendere i confini nazionali. Il fatto poi che siano giunti sino all'assurdo di utilizzare la Marina Militare alla stregua di traghetto per favorire l'invasione, testimonia di un vertiginoso quanto incomprensibile capovolgimento di prospettiva della visione del mondo. Di quello che è giusto e di quello che è sbagliato.

Il risultato nel medio termine, di questa insana ondata di follia, sarà l'irrimediabile stravolgimento dell'identità italica e la lenta ma inarrestabile islamizzazione, programmata a tavolino e condotta scientificamente, da parte di una religione di conquista, totalitaria e fanatica, che nei secoli passati ha tentato varie volte di conquistare l'Europa, finendo sempre per esserne respinta o scacciata.
 
Nelle precedenti fasi della Storia, però, l'Europa aveva in sé la naturale capacità di difendersi dall'invasione. Era sorretta dallo spirito vitale dall'istinto primigenio della conservazione della propria identità. Oggi purtroppo invece l'Europa e il mondo occidentale tutto, sono schiavi di quei valori universali di uguaglianza e tolleranza che, una volta affermatisi, rendono totalmente indifesa la civiltà difronte all'invasione della barbarie.

lunedì 19 settembre 2016

UNTITLED

Oggi ho sentito con le mie orecchie un portavoce di Medici senza Frontiere affermare che è vergognoso che non si sia ancora organizzata la raccolta di quelli che lui definisce "profughi" con traghetti e aerei.
 
Inoltre appare evidente che, negli Stati Uniti d'America, stanno censurando le notizie sui media riguardanti la matrice islamica delle bombe disseminate in questi giorni, al solo fine di non favorire l'elezione di Trump.
 
Mi sembra ormai evidente che l'Occidente è talmente infiltrato dal nemico da non aver più speranza di reazione.

domenica 28 agosto 2016

SULL’IMPREVEDIBILITA’ DEI TERREMOTI


Da alcuni giorni i notiziari di tutte le reti dedicano il novanta per cento del tempo a loro assegnato dal palinsesto a descrivere la devastazione, del recente sisma, nell’Italia centrale. È davvero impressionante vedere quei cumuli di pietre sciolte che sino a pochi giorni fa erano case apparentemente solide e pensare che, al momento della prima scossa, molte di quelle abitazioni in realtà così fragili erano abitate.

Assistiamo giornalmente al triste bollettino delle vittime. Una lista che, al momento attuale, non ha ancora cessato di allungarsi, contenente adulti e bambini, colti nel sonno e sepolti da tonnellate di pietre sciolte.

Una cosa mi ha colpito. Sin dai primi interventi, dei soliti geologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, (INGV) è apparsa chiara la preoccupazione di sottolineare l’imprevedibilità degli eventi tellurici.

Ciò forse è dovuto al fatto che, quasi in contemporanea, un certo studioso, di cui purtroppo non ho annotato il nome, intervistato in diretta TV, affermava d’aver pubblicato, alcuni giorni prima dell’evento, sul proprio profilo Facebook, una previsione praticamente esatta, ma di non aver lanciato l’allarme a causa dei feroci attacchi di cui è fatto segno ogni volta che si azzarda a parlare di prevedibilità, a breve termine, dei terremoti. Pare tra l’altro che detto “esperto” fosse appena rientrato da una missione negli USA dove il suo Sistema sembra sia applicato, dalla Stato della California, al monitoraggio della faglia di San Andreas.  

Per natura e formazione non sono affatto propenso a credere a ciarlatani che millantano ricette miracolose per cui non è a questo che mi riferisco quando parlo di “prevedibilità” dei terremoti. Mi riferisco invece al fatto che da molto tempo lo stato di estrema sismicità della dorsale appenninica centrale è perfettamente noto. Esistono carte del rischio simico dove le zone che sono state colpite da questo evento, insieme alle zone colpite dal terremoto del 2009 a l’Aquila, sono evidenziate in rosso.

Ebbene, in quelle zone, notoriamente da anni classificate ad altissimo rischio sismico, alcun intervento serio e coordinato è stato fatto per rendere più resistenti degli edifici, apparentemente solidi ma in realtà fragilissimi.

Questo, si badi bene, succede in una nazione che devolve milioni di Euro in dissennata “accoglienza”.
Chiedo quindi, ai paludati esperti dell’INGV, ha senso allora definire “imprevedibili” i terremoti?

sabato 27 agosto 2016

SCHIAVI DEI NOSTRI PRINCIPI UNIVERSALI


È davvero singolare che la “coscienza comune dell’Occidente” non si accorga che la Civiltà occidentale sia ormai schiava di quei Principi Universali che ha elaborato, in tanti anni di progresso delle idee e che l’applicazione ad oltranza, di detti principi nei confronti di chi non ne comprende il significato, ne costituirà l’irreversibile rovina.

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, di cui con tanto orgoglio si fanno vanto tutte le istituzioni occidentali, osservata con attenzione critica, è insieme espressione della grandezza e della debolezza utopica della Civiltà occidentale, in quanto applicando letteralmente le sue prescrizioni si conferisce alla barbarie islamica  la possibilità di islamizzare letteralmente l’Occidente, reso inerme da questa applicazione acritica.

Non a caso non una nelle nazioni islamiche ha sottoscritto la solenne Dichiarazione. Ma i leader occidentali fanno finta di non accorgersene e le masse occidentali, soggiogate dai Principi Universali, che quindi universali non sono, vengono trasformati nel miglior alleato dell’invasione e dell’espansione islamica dell’Occidente. In nome di un assurdo quanto astratto concetto di solidarietà e di una insensata aspirazione a quella "società multiculturale", che si è dimostrata nei fatti assolutamente irrealizzabile.

sabato 20 agosto 2016

A PROPOSITO DEL BURKA


Alla luce delle ultime determinazioni dei leader europei - mi riferisco a quelli di Germania e Francia, non certo a quelli italiani che orgogliosamente resistono ed insistono, a permettere ai muslims, sul nostro territorio, tutto ciò che vogliono – tendenti a limitare certi comportamenti oggettivamente contrari ai valori occidentali, tipo l’infibulazione, le spose bambine, l’uso del burka totale etc., viene spontaneo chiedersi perché attendere sino ad oggi a iniziare a pretendere il rispetto di un principio elementare che si concretizza nel : “vuoi trasferirti a vivere a casa mia, ti vuoi integrare da me? Allora ti devi adattare ai miei usi e ai miei costumi, altrimenti, se non ti piacciono, tornatene a casa tua”. Che poi non è altro che quello che dobbiamo fare noi, se andiamo da loro.
 
Tutto questo oltretutto costituirebbe una prima importante selezione. Invece noi ce li andiamo a prendere, non li riportiamo indietro e ce li manteniamo nel pese di bengodi. Perché noi siamo “superiori” e solidali, li rispettiamo in quanto minoranze, quindi togliamo i crocefissi, silenziamo le campane, aboliamo il Presepe, e gli costruiamo le moschee. Permettiamo alle loro donne di girare completamente travisate et., etc.. Essi arrivano, si sistemano, ovviamente si guardano bene dall’integrarsi, in quanto nulla è più lontano dalle loro tradizioni e dalla loro mentalità che l’idea di integrarsi in un ambiente e in una compagine sociale, che da un lato invidiano e dall’altra disprezzano. E continuano a vivere ovviamente secondo le loro secolari tradizioni che sono in assoluto contrasto con le nostre. Nel frattempo noi ce li manteniamo dandogli anche lo smartphone.
 
Ovviamente i nostri leader fanno anche di tutto per rifiutarsi di accettare l’evidenza, che consiste nel fatto che il loro sistema di vita sia assolutamente incompatibile col nostro e che siccome loro non hanno alcun rispetto di costumi e usi diversi dai loro, appena loro saranno maggioranza, i nostri usi e costumi saranno repressi sino all’estinzione.
 
A quel punto il disegno, partito da tanto lontano, sin dai secoli bui del nostro medioevo, sarà compiuto. E la mezzaluna svetterà sul cupolone, di quella moschea progettata da Michelangelo durante il nostro rinascimento, che un tempo si chiamava Basilica di San Pietro.

giovedì 18 agosto 2016

LA POLEMICA SUL “BURKINI”


Il ministro francese Valls, ieri, ha avvallato l’iniziativa di alcuni sindaci delle Costa Azzurra di multare alcune donne islamiche per essersi presentate in spiaggia con addosso un costume che lascia scoperto solo l’ovale del viso, le mani e i piedi, detto “burkini”. Il ministro francese ha affermato che : “il burkini è incompatibile coi nostri valori”.

Il nostro ministro degli interni Alfano, non si è lasciato sfuggire l’occasione per dichiarare che : “vietare il burkini sarebbe una provocazione che potrebbe causare attentati”.

Ora, a parte che stare su di una spiaggia completamente vestite, dalla testa ai piedi, deve essere scomodo in un modo inimmaginabile, sorge davvero spontaneo chiedersi se non sia proprio questa una provocazione, nei confronti di noi occidentali, che ormai da decenni frequentiamo le nostre spiagge abbigliati con costumi molto ridotti. In particolare la nostre donne usano costumi che i maschi musulmani nelle loro terre, nemmeno riescono ad immaginare e che per questo le considerano tutte alla stregua di meretrici in libera offerta.

Anche questo evidenzia in modo lampante l’incompatibilità reale dell’islam con il nostro modus vivendi e con la nostra cultura, in definitiva con la nostra Civiltà.

Inoltre, nella dichiarazione del nostro inadeguato ministro si ravvisa chiaramente la sudditanza psicologica, suscitata dalla preoccupazione di non urtare la sensibilità per timore della reazione, tipica dei pavidi pronti alla sottomissione. Evidenziando che il suo sistema per evitare "fastidi" è permettere ai mussulmani di fare quello che vogliono.

Il vero problema quindi non è l’incompatibilità del burkini coi nostri valori, ma l’incompatibilità dell’islam con l’Occidente e prima o poi ci dovremo fare i conti con questa evidente realtà che i nostri leader politici tanto si sforzano d’ignorare, continuando a vagheggiare un’integrazione che mai e poi mai sarà possibile. Altrimenti dovremo rassegnarci alla sottomissione.

mercoledì 17 agosto 2016

ORDINE DI ATTIVAZIONE


Da oggi le migliaia di “cani sciolti” - ormai presenti in Europa, di cui molti in Italia, giunti a bordo dei barconi, accolti a braccia aperte e non rispediti al mittente - hanno ricevuto l’ordine di attivazione.
 
Nel proclama lanciato via web, col solito tono delirante, da un agonizzante sedicente “stato islamico”, martellato, finalmente si spera in modo decisivo, da un’eterogenea quanto disorganizzata alleanza pseudo occidentale, si indicano quali obiettivi prioritari i mercati, le metropolitane e altri tipici luoghi di aggregazione delle nostre città.
 
Nello stesso proclama si da indicazione di colpire con ogni mezzo atto ad offendere e a creare il massimo danno, fossero anche pugni e calci.
 
Siccome è notoriamente impossibile controllare capillarmente ogni luogo suscettibile di attacco e ormai assodato che il “cane sciolto” può essere il vicino della porta accanto, sino a ieri considerato integrato e perfettamente innocuo, ringraziamo la miopia criminale dei nostri leader e stiamo pronti al peggio al grido di “si salvi chi può” e “che Dio ce la mandi buona”.

sabato 13 agosto 2016

ULTIMI GIORNI DI ISIS IN LIBIA?


Sono bastati pochi giorni di bombardamento e la presenza di ISIS in Libia è stata quasi cancellata. Ora si tratta di dare la spallata finale “bonificare” il territorio.

Come ampiamente previsto, però, la stupidità dei nostri leader politici ha fato si che nel frattempo ci andassimo a raccogliere davanti alle coste libiche svariate centinaia di tagliagole - pronti a farsi esplodere sulle nostre metropolitane, all’ora di punta - accuratamente mimetizzati tra le decine di migliaia di clandestini che già sono arrivati e continuano quotidianamente ad essere traghettati, dalle marine militari dell’UE, sulle nostre coste.

Faccio notare che, nonostante sia sempre stato negato con forza dal nostro brillante ministro dell’interno, ormai è ufficiale che molti jihadisti siano approdati in Europa grazie a questa via e si sono acquattati nell’ombra in attesa di agire.  

Grazie a questi campioni di lungimiranza ci siamo portati il nemico mortale in casa. Loro dovremo ringraziare per le conseguenze di questa scelleratezza, determinata dalla cronica incapacità di reagire alle minacce evidenti, mascherata da pelosa quanto interessata “solidarietà”.

Non resta che sperare ardentemente che la fine di ISIS in Libia riesca in qualche modo ad arginare l’afflusso incontrollato di masse di clandestini che nessuno pensa a riportate indietro. Questi stolti campioni della solidarietà continuano a pensare che la soluzione del problema sia prepararsi ad accogliere in Italia mezza Africa e mezza Asia.

Signore salvaci dall’irresponsabilità criminale di questi stolti.

domenica 17 luglio 2016

NIZZA 14 LUGLIO 2016 ORE 22.30


Stiamo di nuovo assistendo ad accensione di lumini, deposito di bigliettini e pelouche, sul luogo di una strage assolutamente assurda, che pone una pietra tombale sul più grande equivoco dei nostri giorni, l’infantile utopia dell’integrazione multiculturale, che sta conducendo alla rovina la Civiltà Occidentale, basata su principi, su modi di vita e prassi sociali, assolutamente incompatibili con l’islam.
Resta da chiedersi perché l’Occidente civilizzato, non riesca a trovare il modo di difendersi da questa orda barbarica che, camuffata da civiltà diversa, è riuscita dopo secoli ad infiltrarsi e ad invadere l’Europa e continuerà inarrestabilmente a farlo siccome è riuscita in qualche modo a convincerci che è nostro dovere accoglierla ed integrarla. Che l’integrazione è possibile, che l’Occidente, forte della sua tolleranza, non può negare l’accoglienza a chi ha bisogno.
Il fatto che chi accogliamo e cerchiamo di integrare, non solo non abbia alcuna intenzione d’integrarsi - ma anzi ci disprezza e ci odia al punto da desiderare ardentemente prima di massacrarci, per fiaccarci la resistenza e poi, come l’impone il precetto religioso che lo sostiene, redimerci e sottometterci al suo dio - altro non è che uno scomodo particolare troppo difficile da accettare, che è più comodo rimuovere e seppellire sotto montagne di inutili proteste e cataste di insulse dichiarazioni di solidarietà alle famiglie delle vittime.
I leader europei non a caso cominciano ad affermare sottovoce che dovremo abituarci a convivere con l’orrore. Forse anche loro si sono accorti che la frequenza di questi eventi si sta infittendo. Tra breve saremo costretti a vivere come nello stato d’Israele, dove la gente sa che ogni volta che esce di casa potenzialmente rischia di essere accoltellata alle spalle, o investita da un automezzo.
Singolare il fatto che chi cerca di lanciare l’allarme venga etichettato immediatamente come razzista nemico dei deboli e dei diversi. Additato come colui che suscita il problema.

Hanno già vinto! Ci hanno condizionato l’esistenza. I nostri figli e nipoti pagheranno a caro prezzo l’odierna incapacità di capire, di correre ai ripari, di vedere leggermente oltre la punta del naso.

mercoledì 29 giugno 2016

BREXIT

Da molto tempo la Gran Bretagna aveva in animo di uscire da una cerchia nella quale sin da subito aveva cercato di non entrare completamente.

L'Unione Europea dal canto suo viene percepita dai più come un costoso organismo dispensatore di obblighi e divieti.

Se a questo si aggiunge l'incapacità evidente di comprendere la necessità di compiere un atto ovvio e naturale, quale difendere i propri confini da una cosante e inarrestabile invasione, ecco tutti gli elementi che hanno determinato negli europei una sfiducia generalizzata nella funzione del costoso organismo.

A dispetto del falso rinnovato slancio dei leader, l'Unione Europea purtroppo è ormai un'istituzione in declino che si dimostrerà però dura a morire.

lunedì 2 maggio 2016

NON E’ QUESTIONE DI RAZZA MA DI ABISSO INTERCULTURALE


Tra tutte le terribili storture caratteristiche dell’evoluzione culturale dell’Occidente, durante gli ultimi sessant'anni, ce n’è una, in particolare, che considero veramente assurda. Essa si configura in quello che non esito a definire “tabù della razza”. Per quanto sia facilmente individuabile la ragione dell’insorgenza di detta assurdità, che prende origine da alcuni eccessi, difficilmente giustificabili, compiuti nella prima metà del secolo ventesimo, a me è sempre risultato impossibile, in quanto assolutamente illogico e contrario al buonsenso, accettare che la Specie umana non sia composta da diverse Razze. Sebbene dal secondo dopoguerra ad oggi, le regole del “politically correct” abbiano cercato in ogni modo di impormi tale tabù, io ne sono rimasto assolutamente immune. Questo, insieme ad altre idee, non proprio orientate secondo il pensiero dominante, in gioventù, mi hanno causato non pochi “fastidi.
Questo ha fatto sì che mi sia da lungo tempo abituato a scorgere sul viso dei miei più diversi interlocutori quella particolare espressione, fatta di stupore, orrore e sdegno, che si dipinge invariabilmente sui loro volti, a cui segue, variamente declinata, la seguente esclamazione: “ma questo è razzismo!”.
Questo in effetti è razzismo, ma solo se per razzismo intendiamo rifiutare di guardarsi intorno, con le fette di prosciutto sugli occhi.
Affermare che un europeo bianco e un africano subsahariano nero, appartengano alla stessa razza, perché non esistono diverse razze ma un’unica “razza umana”, (affermazione molto in voga tra l’intellighenzia “sinistroso-progressista”) è una semplice idiozia sul piano antropologico, e la moderna scienza genetica recentemente ha riempito scaffali di tomi dimostrando rigorosamente che il patrimonio genetico delle diverse razze non è affatto “uguale”, bensì ovviamente differisce di valori percentuali ben individuati. Anche perché altrimenti sarebbe come dire che un chihuahua e un danese, per il fatto che appartengono alla stessa specie, quella dei canidi, sono “uguali” e appartengono alla stessa razza, cosa che oltre a confliggere con la logica, confliggerebbe anche con l’oculistica. Ebbene, se questo è razzismo, io sono razzista e lo rivendico con orgoglio.

Quindi sul fatto che l’umanità sia divisa in razze, può fare più o meno piacere, ma assolutamente non ci piove. Stabilito questo occorre piuttosto valutare, il più oggettivamente possibile, quanto sul fattore razziale incidano le differenze “culturali”, che sono direttamente connesse ai fattori ambientali.

Messo da parte il fatto che, personalmente, se fossi stato costretto a scegliere, piuttosto che “meticciarmi” avrei preferito estinguermi, la valutazione dell’influsso delle “culture locali” sulle razze sconfina rapidamente in un terreno insidioso quanto più si allontana dall’oggettività della scienza, per addentrarsi nella soggettività della sociologia, pseudo-scienza che, a mio  parere, nulla ha in comune con la scienza.
Personalmente quindi mi attengo alla pura osservazione della realtà, limitandomi a constatare che indipendentemente dall’aplogruppo d’appartenenza quello che caratterizza i comportamenti “sociali” dei gruppi umani è piuttosto la cultura o la barbarie insita nel “modus vivendi” del gruppo.

Non nego, anzi rivendico, il fatto che il giudizio circa ciò che nei comportamenti umani sia ascrivibile alla categoria della “cultura” e a quella della “barbarie”, sia funzione del punto di vista, ergo, del gruppo di appartenenza.
Non è inoltre mia intenzione né interesse, stabilire una classifica tra “modi di vita”, in particolare tra il modo di vita “del mondo occidentale” e quello del “mondo islamico”, affermando la superiorità di un modus rispetto all’ altro. Considero però assolutamente doveroso evidenziarne l’assoluta incompatibilità. Contestando fermamente l’assurdo concetto di “civiltà multiculturale” che i   fatti hanno dimostrato senza alcun dubbio essere un falso mito foriero delle nefaste ben evidenti conseguenze.

Quindi, massimo rispetto per ogni “cultura” in quanto genuina espressione di popoli diversi che si sono sviluppati in contesti naturali, storici e con tradizioni, religioni e credenze, differenti, che pertanto hanno egual valore assoluto e sacrosanto diritto all’esistenza, ma in territori diversi e ciascuno all’interno dei propri chiari e ben controllati confini.
In conclusione quindi, fuori tutti i mussulmani dall’Europa e fuori tutti gli occidentali dai paesi islamici.

giovedì 28 aprile 2016

SIAMO GOVERNATI DA IRRESPONSABILI


Dopo la chiusura della così detta “rotta balcanica” e la conseguente espulsione dalla Grecia con conseguente rinvio in Turchia dei clandestini non aventi diritto d’asilo. Dopo il legittimo provvedimento dell’Austria, che erige una barriera al Brennero e limita l’accesso anche ai richiedenti asilo, Renzi, che evidentemente non ci arriva da solo, deve capire che il primo dovere di un governo responsabile – al di la di ogni sciocchezza burocratica - è difendere i confini dello stato che governa.

Definire: "contro la logica, la storia e il futuro", la difesa dei propri confini, è palese dimostrazione di grave e colpevole, irresponsabilità da parte di un leader di governo. Mi chiedo cosa si aspetti a chiedere a questo personaggio, palesemente inadeguato, di farsi da parte.

Se si lascia fare a simili individui e i loro degni sodali, l’Italia, ormai isolata dall’Europa, è destinata a diventare uno squallido campo profughi e successivamente dovrà rassegnarsi all’irrimediabile compromissione della propria identità nazionale.

sabato 23 aprile 2016

PRESIDIO DELLE FRONTIERE EUROPEE


In questi ultimi giorni sembra farsi strada, nelle stanche menti dei politicanti europei, la necessità di porre un freno all’invasione dell’Europa. Chiusa la così detta “rotta balcanica” grazie alle tanto vituperate barriere, di sano filo spinato e al presidio di nerboruti, quanto decisi a resistere, agenti di polizia di frontiera, il flusso di clandestini è stato dirottato dalla Grecia verso l’Italia.
Facile prevedere che centinaia di migliaia di muslims, incoraggiati anche dal Papa cattolico, vengano convogliati verso le nostre coste dai soliti mercanti di carne umana. Finendo oltre tutto anche se in minima parte sul fondo del Canale di Sicilia. Del resto i segnali ci sono già tutti. La quantità, rispetto all’anno scorso è già più che raddoppiata. Con le buone condizioni del mare, quindi, l’esodo biblico sarebbe destinato a riprendere senza sosta. Ragione per cui, la lungimirante Austria, retta da governanti che hanno a cuore la sorte della propria nazione e dell’integrità del proprio popolo, ha provveduto a realizzare un “sistema di controllo della sua frontiera con l’Italia”, leggasi barriera impenetrabile di sbarramento del Brennero.  La Francia notoriamente da tempo poco incline ad accogliere folle incontrollate di musulmani, sappiamo che sarà inflessibile nel “riaccompagnare” in Italia ogni clandestino che tenterà di varcare le sue frontiere. La Svizzera è pronta in ogni momento a mobilitare la sua milizia territoriale.
Ergo, continuando ad andare a raccogliere migliaia di clandestini con le navi di Frontex e scaricandoli in Italia, essi saranno destinati a rimanerci. Situazione che, da parte dei nostri imbelli politicanti, comincia ad essere avvertita come potenzialmente esplosiva.
Forse per questo si sta cominciando, anche se tardivamente, a sentir parlare di “polizia di frontiera Europea” incaricata di respingere e rimpatriare i non aventi diritto d’asilo. A questa iniziativa se ne dovrebbe affiancare un’altra, consistente nel cercare di rendere più accoglienti, tramite investimenti, gli infernali paesi d’origine dei flussi che partono per invadere l’Europa.

Staremo a vedere cosa riusciranno a fare e soprattutto in quanto tempo, visto che ogni giorno già ne arrivano a centinaia e avanzando verso la bella stagione ogni giorno ne arriveranno migliaia.

mercoledì 23 marzo 2016

LA PRIMAVERA DI BRUXELLES


A pochi mesi dai terribili fatti di Parigi, assistiamo ancora ad una dimostrazione di forza militare, condotta da terroristi islamici, nella capitale dell’Unione europea. Sin troppo facile dire che era solo questione di tempo, il fatto che deve far riflettere è che gli attacchi sono stati portati nel cuore di Bruxelles, capitale d’Europa, super controllata da mesi di ricerche dell’unico sopravvissuto alle stragi di Parigi. A dimostrazione che le migliaia di infiltrati sono pienamente padroni della “piazza”, possono agire in piena libertà, nonostante i nostri controlli e portare la strage, in ogni momento, in mezzo a gruppi di civili intenti ad andare a scuola o al lavoro, a fare la spesa al supermercato o a partire con l’aereo.

E’ ormai del tutto evidente che i musulmani non possono vivere in Europa e soltanto chi si ostina a non vedere e a non capire, può continuare a pensare che ci sia una via diversa, che possa condurre ad una serena e pacifica convivenza, nella differenza. Non sarà mai così, è chiaro ed evidente.

Lo dimostrano tutti i tentativi fatti in tal senso , decine e decine d’anni di tolleranza e di apertura forzata al “multiculturalismo”, nei paesi europei hanno generato la situazione attuale. Milioni di musulmani in Europa, sparsi dappertutto e non integrati, on tanto perché rifiutino d’integrarsi, ma per il fatto che non possono integrarsi, non sono fatti per integrarsi, ma per espandersi sottomettendo al loro sistema di vita e alle loro credenze. La maggior parte di loro, quelli che noi a torto consideriamo i moderati, intenti a riprodursi col chiaro obiettivo dell’islamizzare l’Europa. Una parte minore, ma comunque numericamente molto significativa, quelli che noi consideriamo i radicali, i “jihaddisti”, pronti a sacrificare la loro stessa vita per portare morte e distruzione, nella nostra compagine sociale che loro, a ragione, considerano debole e tollerante, incapace di difendersi dalla minaccia e quindi fatta a posta per essere soggiogata e sottomessa, nel terrore.

Il disegno è di una chiarezza abbagliante e basta riflettere un attimo per immaginarne gli sviluppi. Eppure i nostri leader, coloro che governano le sorti dell’Europa, continuano ostinatamente ad illudersi che la miglior difesa da tutto questo sia la tolleranza e l’accoglienza, la cultura e il miglioramento dell’integrazione. Integrazione che, è clamorosamente evidente, non ci sarà mai, perché il concetto di “convivenza serena nella diversità” è un’idea astratta tutta e solo nostra, culturalmente, ideologicamente e religiosamente aliena ai musulmani che, tutti, considerano, loro dovere religioso redimere l’umanità intera e sottometterla all’unico vero dio, il loro. Solo il metodo è diverso. Per i più, con le unioni miste e l’esempio; per i meno, con le stragi. Ma il disegno comune è da sempre quello di cancellare dall’Europa la religione e la “cultura”, cristiana.

Sono tutti programmati per questo e in quanto tali, tutti, rappresentano una minaccia mortale per noi e per la nostra stanca civiltà, ma noi ci ostiniamo a non volerlo accettare e a girarci cocciutamente dall’altra parte.

lunedì 1 febbraio 2016

SULLA LENTA E COSTANTE ISLAMIZZAZIONE DELL’EUROPA


I fatti accaduti sulla piazza antistante la cattedrale di Colonia e in altre numerose piazze sparse per l’Europa, evidenziano in modo ineludibile il grande problema che, grazie all’atteggiamento insensato dei leader europei ed occidentali in genere, ci siamo tirati in casa.

Appare sempre più evidente che il problema per l’Europa non sia l’accoglienza in sé, quanto piuttosto far entrare grandi quantità di musulmani.

E’ facile constatare che nelle nostre città, da tempo, vivono tante altre etnie non cristiane, ma di esse non si sente quasi parlare. Esse sono a tutti gli effetti “integrate” nel nostro tessuto sociale. Pur mantenendo, in buona parte, le loro credenze e le loro tradizioni, non si sognerebbero nemmeno di pretendere che vengano tolti i Crocefissi o eliminati i presepi. Semplicemente si adeguano, rispettandoli, agli usi e costumi del paese dove hanno scelto d’inserirsi, di lavorare e di far crescere i loro i figli, che nel giro di due o tre generazioni saranno, a tutti gli effetti, dei cittadini del paese, che li ha accolti.

Tutto questo è valido per diverse etnie tranne che per i musulmani. Questa caratteristica, per quanto chiara nella sua evidenza, è dai nostri leader volutamente ignorata, sottaciuta, coperta. Prendere coscienza di questo significherebbe dover prendere una posizione netta a difesa dall’infiltrazione costante e dall’invasione inarrestabile.

Per una sorta di pigro torpore della coscienza essi preferiscono la strada più semplice, quella dell’aiuto, dell’assistenza, dell’accoglienza, contando su di un’integrazione che i fatti dimostrano senza alcun dubbio impossibile. Le comunità islamiche non si integrano in un territorio, lo conquistano. La loro religione fortemente “tribale” glielo impone, e il pericolo non viene tanto dai così detti “estremisti”, che manifestandosi, in qualche misura vengono limitati e in parte controllati, ma dai così detti “moderati, che lentamente si allargano a macchia d’olio riproducendosi a ritmi impensabili per noi, grazie anche ai sostegni finanziari inviati dalle loro “centrali” per costruire moschee e luoghi di culto.

Non sarebbe molto meglio tutti i soldi spesi per questa assurda e insostenibile “accoglienza”, utilizzarli invece per bonificare i loro paesi di origine ed aiutarli a raggiungere uno standard di vita accettabile nei loro paesi, dove vigono giustamente i loro usi, i loro costumi e le loro credenze? La risposta dei benpensanti è banale quanto scontata, secondo loro si tratterebbe di neocolonialismo e in quanto tale inaccettabile!
Ebbene non è così. Questa è la risposta di chi sceglie per pigrizia la via apparentemente più comoda, perché richiede minor impegno a breve, infischiandosi irresponsabilmente delle conseguenze sulle future generazioni. Si tratta della scelta degli irresponsabili. E a noi non resta che restare a guardare, mentre si pongono le basi dell’islamizzazione inarrestabile dell’Europa.

sabato 30 gennaio 2016

UNTITLED

Il 2016 non si può certo dire si sia aperto con i migliori auspici.
Crollo del prezzo del petrolio, perdite ingenti dei listini azionari, intemperanze e screzi tra i partner di un'unione europea che non ha nulla di unito.

Che dire poi degli islamici, che "ingenuamente" ci ostiniamo a definire moderati, che la notte di capodanno ci hanno dato una magistrale e lampante dimostrazione della totale ed incontrollabile libertà di azione di cui godono, trasformando le piazze festanti europee, in un orgiastici baccanali d'inferno?

Eppure da parte dei nostri soloni continuiamo a sentir esaltare l'accoglienza mente, i saggi paesi del Nord, resisi conto dell'errore fatale, ora iniziano a correre ai ripari. Speriamo non sia troppo tardi, ma soprattutto, speriamo che questo non significhi che tutta la gentaglia espulsa da quei paesi non sia destinata ad invadere l'Italia, che continua ad essere governata da persone irresponsabili.