In questo articolo,
primo di una serie, ci occuperemo di uno tra i più misteriosi personaggi dello
scorso secolo, il conte Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, meglio noto, ai
pochi che ne conoscono l’esistenza, come “Kalergi”. In effetti non molti sanno
che, dietro alla strana parola “Kalergi”, non si cela un personaggio mitico,
inventato da paranoici complottisti vetero-neonazisti per dare “corpo” ad un
fantasma partorito delle loro menti sconvolte, bensì si tratta di parte del
cognome di un “affascinante” personaggio, realmente vissuto tra il 1894 e il 1972,
la cui esistenza è stata, praticamente da sempre, volutamente avvolta da una
fitta “cortina fumogena”.
Richard Nikolaus di
Coudenhove-Kalergi, nasce a Tokyo il 16 novembre del 1894. Figlio di un
importante diplomatico austro-ungarico, il conte Heinrich, e di una giapponese,
tal MItsuko Aoyama, discendente da un’illustra casata di Samurai.
Compie i sui studi in
uno dei più esclusivi e rinomati collegi dell’impero dove si appassiona allo
studio della filosofia, laureandosi nel 1917. Si badi bene, non a caso, mentre
l’Europa è sconvolta da quella che probabilmente è la peggiore guerra di sempre,
il primo conflitto mondiale scatenato proprio dall’impero Austro-ungarico, non
partecipa al massacro e si dedica a completare i suoi studi.Durante quel periodo, che vive con il dovuto distacco, matura l’idea portante di tutta la sua futura esistenza, che nel 1923 pubblica sotto forma di libro-manifesto, col titolo di “Paneuropa”, secondo cui l’unica possibilità di “salvezza” per l’Europa, da sempre animata da potenti contrapposizioni “nazionalistico-identitarie”, consista nella formazione di un unico “macro stato”. Semplificando un poco il concetto, una sorta di federazione europea, o “paneuropea”, unificata sotto un unico governo.
Secondo i pochi che,
come dicevamo, ne conoscono l’esistenza e si sono impadroniti, gestendola,
della sua idea, si è trattato della prima concezione dell’attuale UE, tant’è
che il suo nome in seguito diventa, tra gli addetti ai lavori, sinonimo del
Premio “Carlomagno”, istituito nel 1949, di cui egli per primo, viene insignito.
A seguire, tutti i principali artefici dell’Unione Europea, passata per le per
varie tappe di “integrazione”, ne sono stati insigniti.
Sino a qui nulla di
strano, soprattutto se non si tiene conto del fatto, oggettivamente un po’
sospetto, che, come dicevamo, del nostro “affascinante” personaggio cosmopolita
non si occupi assolutamente la storiografia agiografica che da 70 anni viene
diffusa, più o meno copiosamente, dai sistemi scolastici delle varie Nazioni
che, a poco a poco, vengono a formare quella che, passando per tappe successive,
è giunta sino ai nostri giorni come Unione Europea. Sfido qualunque liceale in
questi giorni impegnato nell’”esame di maturità”, a dirmi se ne ha mai sentito
parlare.
Se poi però, animati da
sana curiosità critica, si scava un po’, ci si accorge, non senza un certo
stupore che al riguardo di questa sorta di “santo” sino ad oggi laico,
volutamente mantenuto nel semianonimato, circolano in rete alcuni articoli che
lo indicano quale esempio evidente di “tema preferito” di uno sparuto gruppo di
“fanatici amanti” della “teoria del complotto”. Sorta di pericolosi e biechi
personaggi definiti nei più vari modi, di volta in volta etichettati con
aggettivi, sempre rigorosamente scagliati come pesanti pietre, che vanno da: “vetero-nazisti
xenofobi” a “sovranisti” passando per “populisti”.
A questo punto, se si
continua a scavare, ci si accorge che il nostro “affasciante” personaggio cosmopolita,
avvolto dal mistero e “santificato” dall’élite europeista, nel 1926, dava alle
stampe un altro saggio filosofico, in lingua tedesca, guarda caso ormai
praticamente impossibile da reperibile, nel quale tratteggiava la sua idea di “Nuovo ordine europeo”. Detto libro si
intitola “Praktischer Idealismus”
(Idealismo Pratico), che mai in seguito ha pubblicamente sconfessato o da cui
mai ha preso le distanze. Si noti che del libro ovviamente esistente, non si
trova copia in rete dove invece si trovano un certo numero di articoli scritti con l’evidente intento appunto di
screditare e destituire di ogni credibilità tutti coloro che, avendo avuto
la fortuna di leggerlo e comprenderne il contenuto, da anni hanno cercato,
faticosamente e a rischio quasi della vita, di renderlo noto. Essi sono i
biechi personaggi, più sopra descritti, indicati al pubblico ludibrio come la
feccia neo-nazista dell’umanità. Tra essi spicca uno scrittore e poeta lirico
austriaco, perseguitato e indicato al pubblico ludibrio, in Austria e nel mondo
intero, quale “revisionista e negazionista”, Gerd Honsik, scomparso il 7 aprile
del 2018 in Ungheria.
Come ho scritto in un “twitt”,
sul mio account Twitter, appuntato sul mio profilo, mi si perdoni l’autocitazione:
“Il più grande “capolavoro” dell’élite
massonico-finanziaria mondiale, è aver ammantato di santità il conte Kalergi e
aver contestualmente screditato come complottisti vetero-nazisti chi, con
grande difficoltà, cerca di ostacolare il compimento del suo “Piano per l’Europa”.
Il seguito in un
prossimo articolo ad esso dedicato.
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