Nelle
scorse settimane abbiamo assistito ad una delle più basse macchinazioni
politiche ordite negli ultimi 50 anni.
Come
purtroppo era prevedibile, la necessaria alleanza - tra due partiti politici
che nulla hanno in comune e con obiettivi sostanzialmente diversi, guidata da
un infido “parvenu”, specie col netto prevalere della parte sana della
coalizione sulla parte debole, inadeguata e spaccata in due correnti – si è
spezzata, e la parte debole, dando prova di singolare vigliaccheria, pur di
sopravvivere si è alleata col peggiore nemico storico dell’Italia degli
Italiani. Quel Partito Democratico che di democratico ha solo il nome infatti
per la quarta volta in sei anni accede al governo della ns Nazione in totale
assenza di legittimazione del voto popolare. Uscito clamorosamente sconfitto e
battuto da tutte le elezioni dell’ultimo anno e mezzo, viene ripescato al
governo da una forza politica perdente che nello stesso periodo ha visto
dimezzarsi il proprio consenso.
Si
sapeva che la lotta per salvaguardare l’identità italiana dalla corruzione e
dalla progressiva sostituzione etnica, voluta dagli interessi della cricca
mondialistica di Soros & C., sarebbe stata dura.
Gli
strenui oppositori esterni, capitanati da Francia e Germania, uniti agli infaticabili
oppositori interni, (partiti di sinistra, setta ereticale di Bergoglio,
magistratura rossa) impegnati da subito a far di tutto pur d’impedire
all’Italia di rialzare la testa e ribellarsi per modificare lo squallido destino
di campo profughi d’Europa, da loro programmato per la nostra Nazione - a forza
di brigare, ci sono riusciti. Il “ribaltone”, con la complicità dello squallido
“alleato”, si è infine consumato.
Ma
non è affatto un problema. Lo ripeto da giorni oramai. STANNO LAVORANDO PER
NOI.
L’Italia,
quella vera, fatta di persone per bene, impegnate a lavorare, a pensare alla
propria Famiglia, al bene dei propri figli, costretti a vivere nel degrado
indotto dalla marea montante zingari e di clandestini che riprenderanno ad affluire
copiosi, per alimentare il rifiorente business dell’accoglienza, finalizzato alla
lenta sostituzione etnica, oramai ha capito.
Ergo,
questa squallida congiura di palazzo - ordita all’estero, nelle stanze ovattate
di un’UE che non poteva permettere che in Italia continuasse a crescere e ad
affermarsi una forza di governo ribelle ai sui diktat, che rischiava di
mettersi alla guida di un risorgente e inarrestabile sentimento identitario in
ogni Nazione europea - non avrà né vita facile, né lunga vita.
Si
tratta solo di avere sangue freddo, impegnarsi singolarmente ognuno per la
propria parte a far crescere la consapevolezza della necessità e dell’urgenza
di riprendere il cammino e lasciarli “lavorare”, perché, lo ripeterò sino alla
nausea: “STANNO LAVORANDO PER NOI”.
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