La tendenza autolesionista che
caratterizza le masse sedicenti “progressiste” europee - totalmente incapaci di
concepire la necessità vitale di difendersi dall'immigrazione clandestina di
massa, sino ad arrivare al punto da reclamarne con forza isterica l'avvento
sempre più massiccio - è un fenomeno davvero razionalmente inspiegabile.
Una compagine sociale, in situazione
“normale” è lecito attendersi risponda alle sollecitazioni esterne più o meno
come un singolo individuo.
In un individuo sano, l'istinto
di conservazione è pulsione primordiale, che scatta automaticamente
d'innanzi a un pericolo identificato reale e riconosciuto, di cui si avverte
l'imminenza. l'inibizione totale, di detto istinto primordiale che rende
l'individuo incapace di rilevare il pericolo oggettivo, è chiaro indice di un
forte squilibrio nella personalità dell'individuo che sottende di norma un
pesante disturbo psichico.
Se si assume per vera
l'asserzione di cui sopra, peraltro dimostrata, nel caso delle masse sedicenti
“progressiste” è da tempo evidentemente in atto la totale soppressione
dell'istinto primordiale di conservazione. Ciò appare evidente nella totale
incapacità, razionalmente inspiegabile, non solo di ravvisare il pericolo
insito nell'immigrazione allogena di massa di genti tanto evidentemente
incompatibili con le popolazioni autoctone, ma addirittura di insistere
pervicacemente affinché detto fenomeno, determini l'”accoglienza”
indiscriminata di un numero totalmente incontrollato di individui, tramite la
cancellazione dei confini, a fronte della giustificazione, totalmente
inverosimile ed assolutamente inaccettabile, che il “fenomeno migratorio” sia
un “evento epocale inarrestabile”.
A supporto di questa sconcertante
affermazione vengono citati esempi storici disparati che, in realtà sempre, se
correttamente analizzati, rivelano che delle popolazioni autoctone, alla fine
del processo, che mai è di integrazione ma sempre di “sostituzione”, è stata
totalmente cancellata l'identità originaria.
Ovvio che nelle epoche passate
ben poco si poteva opporre alle orde barbariche, spinte dalla fame atavica e da
un istinto vitale incomparabilmente più forte delle popolazioni attaccate, le
quali, “indebolite” dalla civiltà, soccombevano alla travolgente avanzata.
Ai nostri tempi, la situazione
pur presentando delle sinistre analogie di base, è in effetti diversa. Non
esistono più gli attacchi frontali di masse di selvaggi che premono contro i
“confini dell'Impero”, difesi strenuamente da truppe sempre più logore e
fiacche, ma la logica e la dinamica di base, si ripropone inalterata. Il tutto
è addirittura aggravato dal fatto che per anni sono state inviate navi a
prelevare i “barbari invasori”, per scaricarli nei nostri porti.
Come definire tutto questo se non
in termini di follia pura, mascherata da assurdo quanto falso “umanitarismo”
drammaticamente autolesionistico?
Questo totale annullamento
dell'istinto primordiale di conservazione, indotto ad arte da anni di
indottrinamento mirato alla capillare diffusione del “pensiero unico”, unito
all'effetto del “totem” dei Principi Universali che da secoli sono alla base
della Civiltà Occidentale, non può che avere un esito fatale quando si scontra
con il disperato istinto di sopravvivenza insito nelle masse di migranti spinti
dall'avidità di trafficanti, assolutamente privi di scrupoli, a pagare cifre
anche ingenti per affrontare terrificanti “viaggi della speranza”, che si
rivelano veri e propri incubi.
Se si riesce ad astrarsi dalla
situazione contingente e ci si concentra razionalmente ad osservare la realtà
del fenomeno nel suo insieme, non può che apparire evidente che questo
apparente “evento epocale inarrestabile” sottende l'attuazione di un disegno.
Una sorta di Piano che avrà come scopo finale di “ammansire” l'umanità, per
restaurare un antico ordine dove masse di individui spersonalizzati non avevano
altra prospettiva che sacrificare le loro misere esistenze al fine di
consentire all'élite dominate di vivere un'esistenza dorata. Una sorta di
“nuova età dell'oro per l'élite dominate.
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