domenica 14 luglio 2019

L'ANNULLAMENTO DELL'ISTINTO DI CONSERVAZIONE DELLA SINISTRA EUROPEA


La tendenza autolesionista che caratterizza le masse sedicenti “progressiste” europee - totalmente incapaci di concepire la necessità vitale di difendersi dall'immigrazione clandestina di massa, sino ad arrivare al punto da reclamarne con forza isterica l'avvento sempre più massiccio - è un fenomeno davvero razionalmente inspiegabile.

Una compagine sociale, in situazione “normale” è lecito attendersi risponda alle sollecitazioni esterne più o meno come un singolo individuo.

In un individuo sano, l'istinto di conservazione è pulsione primordiale, che scatta automaticamente d'innanzi a un pericolo identificato reale e riconosciuto, di cui si avverte l'imminenza. l'inibizione totale, di detto istinto primordiale che rende l'individuo incapace di rilevare il pericolo oggettivo, è chiaro indice di un forte squilibrio nella personalità dell'individuo che sottende di norma un pesante disturbo psichico.

Se si assume per vera l'asserzione di cui sopra, peraltro dimostrata, nel caso delle masse sedicenti “progressiste” è da tempo evidentemente in atto la totale soppressione dell'istinto primordiale di conservazione. Ciò appare evidente nella totale incapacità, razionalmente inspiegabile, non solo di ravvisare il pericolo insito nell'immigrazione allogena di massa di genti tanto evidentemente incompatibili con le popolazioni autoctone, ma addirittura di insistere pervicacemente affinché detto fenomeno, determini l'”accoglienza” indiscriminata di un numero totalmente incontrollato di individui, tramite la cancellazione dei confini, a fronte della giustificazione, totalmente inverosimile ed assolutamente inaccettabile, che il “fenomeno migratorio” sia un “evento epocale inarrestabile”.

A supporto di questa sconcertante affermazione vengono citati esempi storici disparati che, in realtà sempre, se correttamente analizzati, rivelano che delle popolazioni autoctone, alla fine del processo, che mai è di integrazione ma sempre di “sostituzione”, è stata totalmente cancellata l'identità originaria.

Ovvio che nelle epoche passate ben poco si poteva opporre alle orde barbariche, spinte dalla fame atavica e da un istinto vitale incomparabilmente più forte delle popolazioni attaccate, le quali, “indebolite” dalla civiltà, soccombevano alla travolgente avanzata.

Ai nostri tempi, la situazione pur presentando delle sinistre analogie di base, è in effetti diversa. Non esistono più gli attacchi frontali di masse di selvaggi che premono contro i “confini dell'Impero”, difesi strenuamente da truppe sempre più logore e fiacche, ma la logica e la dinamica di base, si ripropone inalterata. Il tutto è addirittura aggravato dal fatto che per anni sono state inviate navi a prelevare i “barbari invasori”, per scaricarli nei nostri porti.

Come definire tutto questo se non in termini di follia pura, mascherata da assurdo quanto falso “umanitarismo” drammaticamente autolesionistico?

Questo totale annullamento dell'istinto primordiale di conservazione, indotto ad arte da anni di indottrinamento mirato alla capillare diffusione del “pensiero unico”, unito all'effetto del “totem” dei Principi Universali che da secoli sono alla base della Civiltà Occidentale, non può che avere un esito fatale quando si scontra con il disperato istinto di sopravvivenza insito nelle masse di migranti spinti dall'avidità di trafficanti, assolutamente privi di scrupoli, a pagare cifre anche ingenti per affrontare terrificanti “viaggi della speranza”, che si rivelano veri e propri incubi.

Se si riesce ad astrarsi dalla situazione contingente e ci si concentra razionalmente ad osservare la realtà del fenomeno nel suo insieme, non può che apparire evidente che questo apparente “evento epocale inarrestabile” sottende l'attuazione di un disegno. Una sorta di Piano che avrà come scopo finale di “ammansire” l'umanità, per restaurare un antico ordine dove masse di individui spersonalizzati non avevano altra prospettiva che sacrificare le loro misere esistenze al fine di consentire all'élite dominate di vivere un'esistenza dorata. Una sorta di “nuova età dell'oro per l'élite dominate.

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