lunedì 9 febbraio 2009

BERLUSCONI E IL CASO ENGLARO

Bisogna ammetterlo, per quanto possa dar fastidio alla sinistra, ancora una volta spinta nell’angolo, Berlusconi, a suo modo, è grande.

L’affermazione circa la necessità di modificare la Carta costituzionale, scritta dopo la caduta del Regime, sotto l’influenza del bolscevismo, è pienamente ed entusiasticamente condivisibile.
Grande poi la naturale capacità nel proporsi quale “defensor vitae” anche a costo di suscitare un duro conflitto con Napolitano. Conflitto che relega il presidente, di inequivocabile estrazione bolscevica e tutti i suoi accoliti, sedicenti progressisti, al triste ruolo di boia di stato.

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