giovedì 8 maggio 2008

Ricorre, in questi giorni, il sessantesimo anniversario della fondazione dello stato di Israele. Facile constatare l’atteggiamento ostile, palesato da una parte della sinistra, quella estrema, fortunatamente espulsa, per volontà popolare, dalle aule parlamentari.

Come già ebbi occasione di dire, non nutro una particolare simpatia per le comunità ebraiche presenti in altri stati. Come tutte le comunità minoritarie, sebbene quelle ebraiche siano integrate da secoli, manifestano la tendenza a formare una sorta di enclave. Mantenendo inalterati usi e costumi religiosi, di fatto creano dei gruppi impermeabili, solidali in modo ferreo nel loro interno, in grado, vista l’indubbia l’abilità individuale, di condizionare, anche pesantemente, la politica dello stato ospite.

Al contrario nutro un a profondissima ammirazione e un assoluto rispetto per il popolo dello Stato di Israele che da sessant’anni lotta con incrollabile coraggio per assicurarsi la propria sopravvivenza, circondato da una marea di nemici cialtroni, numericamente e territorialmente preponderanti, che ne desiderano la cancellazione.

Quindi: Onore all’indomito coraggio dello Stato di Israele!

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