Mi chiedo come - una nazione civile, che siede a buon titolo nel consesso delle grandi nazioni – possa tollerare, in piena consapevolezza, che sul proprio territorio, non solo, siano presenti dei “clandestini”, cosa di per se inconcepibile, ma che essi siano in numero e concentrazione tale da poter organizzare delle vere e proprie rivolte, nei fatti completamente fuori controllo, in grado di mettere a ferro e fuoco interi paesi.
Mi chiedo quale altra alternativa ci sia a una rigorosa operazione di espulsione, onde ripulire e disinfestare le zone - autentica “terra di nessuno”, dove sporcizia, malattie e assoluta illegalità, prosperano vergognosamente – dove i “clandestini” si annidano e costituiscono grandi serbatoi a disposizione del peggior sfruttamento operato da una criminalità organizzata, italiana, che, in presenza di questo sconfinato bacino di manodopera a bassissimo costo, essa stessa prospera allegramente.
Comprendo perfettamente la popolazione locale, italiana, esasperata che già penalizzata da situazioni di storico svantaggio sociale, si trova quotidianamente a dover fare i conti con realtà durissime imposte dalla presenza di queste comunità di disperati, forzatamente dediti ad ogni espediente pur di sopravvivere.
Stigmatizzo l’atteggiamento di chi, per completa ignoranza, disinteresse o sottovalutazione del problema, o in assoluta malafede, si ostina ad opporsi alla sola soluzione possibile, l’espulsione, in nome di un concetto assolutamente deviato di solidarietà, continuando stoltamente a parlare di integrazione.
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