mercoledì 22 aprile 2009

25 APRILE, UNA "FESTA" PRIVA DI SENSO

E’ davvero singolare notare l’assurdità insita nel concetto “25 aprile, festa per tutti gli italiani”. Non è mai stato così e mai lo sarà. Tanto è vero che la sinistra scaglia come una pietra, questa insulsa data, contro la Destra.

La così detta “festa” del 25 aprile è quindi un assurdo mantenuto in piedi, artificialmente, da una sinistra che per quasi 60 anni ha continuato ad alimentare la madre di tutte le mistificazioni. Ormai tutti sanno che la retorica delle “radiose giornate” celava in realtà, oltre che nefaste atrocità, anche la manifesta volontà, pervicacemente alimentata dalla maggioranza dei “resistenti”, di aggiogare l’Italia al “paradiso sovietico”. Evito di ripetere quanto scrissi a suo tempo circa l’operato di quell’autentico pendaglio da forca che fu il “compagno Ercoli”, al secolo Palmiro Togliatti, servo fedele del suo mentore Stalin e leader indiscusso del PCI, e di quanto le decisioni sue e dei suoi degni accoliti, pesarono sulle sorte sventurata di tanti italiani durante e dopo la fine del II° conflitto mondiale.
Crollato fragorosamente il castello di menzogne, circa la purezza dell’eroismo resistenziale, crollo generato ben inteso, da rari autori di sinistra, intellettualmente onesti, oggi più che mai appare assurdo continuare a festeggiare questa data, per quanto si comprenda facilmente che una sinistra in preda ad una crisi ormai irreversibile, cerchi di aggrapparsi ai propri miti tramontati, nella speranza di rallentare il lento scivolamento verso il baratro.

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