sabato 26 gennaio 2008

27 GENNAIO, GIORNATA DELL'IPOCRISIA

Da qualche anno ormai, il 27 gennaio si celebra la commemorazione degli ebrei, e non solo, caduti nei campi di concentramento nazisti. Delegazioni in visita ai lager, discorsi solenni, visi affranti. È giusto, simili eventi tragici della storia, devono essere ricordati, per quanto possa servire ricordarli, anche perché s’illude, chi spera che ricordarli serva da monito per non ricadere nell’errore. Basta pensare a quanto accaduto nella ex Jugoslavia.

Quello che però, a mio giudizio, risulta intollerabile è che tanto clamore e tanta solennità venga dispiegata per ricordare i tremendi crimini compiuti dal nazismo, mentre di quelli, ben più rilevanti numericamente e altrettanto atroci, compiuti dai comunisti, si parli solo in sporadiche occasioni e decisamente a bassa voce.

Quando cominceremo ad indignarci con altrettanto calore per i morti nei gulag sovietici. Per le stragi di innocenti, perpetrati con il plauso del PCI dall’epoca, dai regimi comunisti asiatici, per le atroci repressioni, compiute anch’esse con l’avallo dei leaders comunisti italiani, etc, etc.? La lista è lunghissima, i numeri sono immensamente più grandi di quelle compiute dai nazisti. Se poi pensiamo che le stragi comuniste continuano ancor oggi, risulta davvero “curioso” ricordare solo quelle naziste. Eppure, ancor oggi, gli oltre 80 milioni di vittime del comunismo non meritano una giornata del ricordo, e la Cina, che continua imperterrita ad incrementarne il numero, ospiterà i giochi o
limpici come se nulla fosse.
Forse sarebbe più adatto dedicare il 27 gennaio alla celebrazione dell’ipocrisia.

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