lunedì 16 novembre 2015

FROM PARIS WITH LOVE


E’ triste doverlo dire, però è evidente. Erano necessari 129 morti e 300 feriti, di cui un centinaio gravissimi, che resteranno marchiati a vita, per arrivare a far sì che la Francia decidesse di chiudere le moschee radicali e, si spera, ad espellere i fanatici, seminatori di odio, che in esse si annidano e si moltiplicano. L’espulsione non è certo un provvedimento efficace, mi chiedo dove vadano una volta espulsi. Facilmente rientrano sotto falsa identità o si radicano in qualche altro paese europeo nel quale basta che s’infiltrino come clandestini, accolti a braccia aperte dall’accogliente e solidale Europa che hanno la missione di sottomettere al califfato universale.

Ora mi chiedo, dovremo aspettare di avere almeno 200 morti e 500 feriti, per far sì che anche in Italia si decidano a chiudere le moschee e ad espellere i fanatici?

ISIS è un maledetto serpente a cui la testa andava schiacciata da piccolo. Mentre litigavamo tra noi, su come fosse meglio intervenire per evitarsi reciproci futuri vantaggi spartitori, il serpentello malefico è diventato un’idra dalle sette teste. Ora non sarà affatto facile stanarlo e cancellarlo dalla faccia della terra, come sarebbe necessario fare, se vogliamo avere speranza di sopravvivere. Strano ma vero, abbiamo appena cominciato a fare qualcosa di sensato. Però adesso, ci possiamo giurare, cominceranno a dirci che sotto i bombardamenti intelligenti sono periti 1.000 civili innocenti, di cui almeno 20 chirurghi di Medicins Sans Frontires.

Che facciamo, ci fermiamo?

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