mercoledì 13 febbraio 2008

IN UNA DOMENICA ITALIANA...

Eccoli ancora alla carica, o almeno a tentare di organizzare una carica. Dopo il reale e tangibile disastro, provocato in meno di due anni da Prodi, gli stessi uomini che da sempre fanno la stessa politica, cambiato nome e simbolo, si ripropongono, udite bene, per cambiare l’Italia.

L’impresa è ostica. In primis urge cancellare il ricordo del recentissimo passato. Operazione non proprio semplice se si tien conto della simpatica eredità lasciata: pressione fiscale asfissiante, aumenti indiscriminati di prezzi e tariffe, emergenza sicurezza, Napoli che marcisce lentamente etc, ma il Walter è l’uomo dei miracoli. È l’uomo nuovo! Qui, incontenibile, irrefrenabile, esplode la risata. Ci vuole un bel coraggio, solo quello della disperazione, per affermare, con ostentata convinzione, che Veltroni possa rappresentare il “Nuovo”. Lui che da sempre altro non ha fatto che il politico. Prima nel PC, poi nel PDS, poi ancora nei DS, oggi, come leader del PD.

Gli altri, i compagniucci di sempre, tipo il “piacione” Rutelli, o il “beccamorto” Fassino, se ne stanno giudiziosamente in disparte, cercando di sfruttare la forza trascinante e travolgente di quella cercano in ogni modo di accreditare come “novità”. Non è nemmeno da escludere che un certo numero di “coglioni orgogliosi”, una parte di quelli che votarono Prodi la volta scorsa, ripetano anche questa volta l’errore. Almeno lo zoccolo duro, coloro i quali che anche davanti all’evidenza più lampante, pervicacemente perseverano.

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