venerdì 4 giugno 2010

MALA TEMPORA CURRUNT

Il problema dei nostri tempi consiste nel fatto che, ormai, la totalità della popolazione dei paesi sviluppati pretende di vivere in una situazione di benessere che sino a poco tempo fa era dato per scontato, come se si trattasse di una sorta di diritto naturale acquisito e immutabile. Basta riflettere un attimo sul fatto che se solo si risale indietro di due generazioni, la situazione era ben diversa. La stragrande quantità della popolazione di quei tempi, era contenta quando riusciva a soddisfare i propri bisogni primari, quali nutrimento giornaliero, un riparo sopra alla testa, il riscaldamento d’inverno, qualche panno con cui coprirsi e un paio di scarpe. Queste semplici cose assolutamente essenziali venivano conquistate con condizioni e orari di lavoro, spesso, massacranti, senza alcuna garanzia di sicurezza e di previdenza.

Successivamente, lo sviluppo dell’industria, il progresso tecnologico, le così dette “conquiste sociali, hanno fatto sì che un sempre maggior numero di persone accedessero a condizioni di vita sempre più comode, seppur sempre piuttosto essenziali, sino a giungere ai giorni nostri dove la quasi totalità pretende di possedere almeno 2 auto, 2 telefonini, andare in vacanza in luoghi esotici, possedere l’abbonamento alla pay-tv, uscire spesso a mangiar fuori, andare a teatro, al cinema e ad assistere a concerti.

Basta riflettere un attimo per rendersi conto che ciò non è possibile. O meglio, se in un recente passato, per una rilevante parte della popolazione, questo è stato possibile, quasi sicuramente, in futuro non sarà più così. Le risorse, purtroppo, sono limitate e per quanto questo possa dispiacere è meglio che larga parte di coloro che credevano nel costante e continuo miglioramento della situazione di benessere generale, si rassegnino a ridimensionare draconicamente le proprie aspettative.

Personalmente ritengo che la recente Crisi, con la forte contrazione dei mercati e la conseguente drastica riduzione della Produzione con la perdita di tanti posti di lavoro, abbia semplicemente condotto a livello reale, con questo intendo commisurato alla disponibilità di risorse, le condizioni “drogate” del periodo ante crisi. A riprova di questo, il fatto che la “ripresa”, o la “crescita” come si sente sempre più spesso dire, stenta ad affermarsi ed è generalmente debole. A mio modesto modo di vedere così è, e così continuerà ad essere, proprio in virtù del fatto che le risorse sono limitate, e, siccome giustamente non tutti siamo uguali, i più bravi e preparati o i più fortunati è giusto abbiano di più, i meno dotati o i meno fortunati abbiano di meno.

Il vero problema forse risiede nel fatto che una realtà tanto dura da accettare deve essere costantemente celata, da parte di chi si trova nella poco invidiabile posizione di governare, quindi sempre alla ricerca di consenso, allo scopo di salvaguardare un minimo di stabilità sociale.

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