In
Italia, nel rapido volgere di un mese, è successo quello che sinceramente avevo
sperso la speranza che potesse succedere.
Benché
le condizioni si stessero riunendo, ed alcuni segni cominciassero a palesarsi,
era davvero difficile immaginare che un nuovo governo riuscisse a
concretizzarsi dal caos post elezioni e che da questo “strano” governo scaturisse
la volontà di affrontare con decisione il principale problema che ha afflitto
la nostra sventurata nazione durante il periodo governato dai sedicenti “progressisti”.
Nel
giro di un mese, il nuovo Ministro dell’Interno, innestandosi sulla parte sana
dell’ultimo periodo di lavoro del predecessore, è riuscito ad imprimere una svolta decisiva
alla suicida politica migratoria, di “accoglienza” indiscriminata, attuata
durante i sette anni di governo della sinistra, che hanno fatto dell’Italia un
paese insicuro, sporco, preda di mafie africane pericolosissime e di comunità
islamiche che sono, a tutti gli effetti, delle comunità parallele, isolate, nelle
quali vigono regole tribali risalenti al medioevo.
Nel
giro di un mese, il nuovo Ministro, ha portato al centro dell’attenzione dell’Unione
Europea le istanze italiane in materia di immigrazione, rifiutando decisamente
di continuare ad essere il “campo profughi” di un’Europa che, comodamente stava
approfittando della debolezza consenziente e interessata della precedente
gestione.
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