domenica 13 novembre 2016

IL CROLLO DEL TABU’ DEL “POLITICALLY CORRECT”


Sono trascorsi appena tre giorni dal clamoroso trionfo elettorale di Donald Trump. Naturalmente è troppo presto per comprendere quali saranno realmente i suoi provvedimenti, che dovranno certamente tener conto della realtà del paese, però una cosa è già chiara, si tratta di un avvenimento epocale, come lo fu la presidenza Reagan, o il premierato Thatcher in Gran Bretagna. Una svolta dopo una lunga deriva, capace di riportare il mondo sulla corretta via, guidata dall’intento di rifare grande l’America. O forse per meglio dire di quella parte di America, che si è rivelata maggioritaria, basata su valori che negli ultimi anni sono stati capovolti.

Il primo inequivocabile segno del cambiamento è il crollo di schianto del grande tabù del nostro tempo, il “politically correct”. Crollo annunciato che si è istantaneamente concretizzato all’annuncio dell’avvenuta elezione. E’ forse questo il più evidente segno del fatto che si è attivato un processo capace di affrancare l’Occidente dal colossale complesso di colpa, instillato da quella dottrina. L’assurdo complesso di colpa che ha indebolito l’immagine che l’Occidente ha di sé, fiaccandone l’orgoglio sino a condurlo alle soglie dell’autodistruzione.

E’ ancora difficile capire se il futuro che ci attende sarà migliore o peggiore, del recente passato, però una cosa è sicura, sarà sostanzialmente diverso e se riuscirà a ridare a l’Occidente la coscienza del suo ruolo nel mondo, sarà senz’altro migliore.

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